Elettrosmog: 10 consigli utili per ridurre l’esposizione
Dieci semplici regole di comportamento per evitare esposizioni eccessive o troppo prolungate alle tante fonti di radiazioni elettromagnetiche presenti nel nostro ambiente domestico e lavorativo. Le propone la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), che interviene in un dibattito sempre più presente sui possibili rischi per la salute legati alla crescita esponenziale di apparecchiature elettroniche e di reti di connessione.
Le radiazioni elettromagnetiche interagiscono con gli organismi viventi con diverse modalità, legate alla frequenza della radiazione e alla modalità dell’esposizione (intensità, durata, parti del corpo esposte). Le apparecchiature maggiormente presenti nel nostro ambiente (impianti di telecomunicazioni, dispositivi elettronici Wi-Fi, telefoni cellulari, linee elettriche ad alta tensione) generano radiazioni non ionizzanti (ossia non in grado di interferire direttamente con i tessuti). Nel 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici non ionizzanti come cancerogeni di gruppo 2B ( l’agente è un possibile cancerogeno per gli esseri umani), la stessa categoria a cui appartengono piombo, cloroformio, naftalene e stirene.
Secondo Alessandro Miani del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano e Presidente di SIMA: “La maggiore preoccupazione della popolazione riguarda la possibilità dell’insorgenza di effetti biologici dovuti a esposizioni prolungate a bassi livelli di campi elettromagnetici, che possono innescare processi patologici alla base di malattie degenerative e cancro” . “In questo scenario, particolare attenzione è posta ai possibili effetti dovuti all’utilizzo del cellulare, che pone anche il problema della stretta vicinanza dell’apparecchio alla testa e quindi ai tessuti cerebrali. Solo la realizzazione di attività condivise che coinvolgano le Istituzioni e il mondo accademico per il trasferimento delle conoscenze scientifiche al pubblico consentirà di affrontare in maniera adeguata il tema degli effetti sanitari legati all’emissioni elettromagnetiche”.
Gli effetti noti delle radiazioni elettromagnetiche sono la stimolazione dei tessuti elettricamente eccitabili (nervi e muscoli), nel caso dei campi di bassa frequenza, e il riscaldamento dei tessuti, nel caso dei campi ad alta frequenza. Questi effetti, definiti acuti, si verificano solo a livelli di esposizione molto elevati. I prodotti in commercio devono rispondere a regolamentazioni internazionali e nazionali che fissano i limiti delle emissioni. Nei confronti degli effetti nocivi accertati esiste quindi una protezione, che in Italia è garantita anche dai controlli delle Agenzie Regionali Prevenzione e Ambiente (ARPA). La veloce evoluzione tecnologica non ci consente però di avere dati sugli effetti a lungo termine.
“Nonostante la grande quantità di studi condotti e di risorse investite negli ultimi anni, che hanno consentito un miglioramento delle conoscenze e del quadro regolamentare e di controllo, la ricerca scientifica non è ancora in grado di dare assicurazioni assolute circa l’impatto sulla salute delle emissioni elettromagnetiche ai livelli che si possono incontrare negli ambienti di vita. In questo scenario si richiama, pertanto, l’impiego di un approccio precauzionale al fine di mantenere le esposizioni ai più bassi livelli possibili”, afferma Luciano Mescia, Professore Associato di Campi Elettromagnetici Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione (DEI) del Politecnico di Bari.
Di seguito il decalogo proposto da Sima per ridurre i rischi da esposizione all’elettrosmog
- In caso di eccessivo utilizzo del forno a microonde evitare la permanenza in sua prossimità.
- Collocare i babyphone a distanza dal lettino e programmare l’unità bambino sulla funzione di attivazione vocale.
- Impiegare le apparecchiature elettriche ed elettroniche alla massima distanza possibile.
- Evitare di dormire tenendo lo smartphone, magari anche in carica, e altri dispositivi elettronici (radiosveglie, segreteria telefonica ecc.) poggiati sul comodino vicino a noi.
- Non tenere inutilmente accesi, in ambienti domestici di lunga permanenza, apparecchi elettrici ed elettronici.
- Introdurre i bambini all’utilizzo di apparecchiature elettriche ed elettroniche, incluso i telefoni cellulari, il più tardi possibile. In questo modo si possono ridurre i tempi di esposizione nelle nuove generazioni per le quali l’esposizione inizia in età precoce rispetto alle generazioni precedenti.
- Utilizzare i telefoni cellulari in condizioni di alta ricezione del segnale e in zone ad alta copertura dalle reti di telefonia mobile. Preferire chiamate brevi e, in caso di lunghi colloqui, utilizzare auricolari e sistemi viva-voce. Preferire telefoni cellulari di recente generazione che sono caratterizzati da un assorbimento elettromagnetico più basso.
- Limitare l’uso del telefonino, computer portatile e tablet con scheda Wi-Fi attivata all’interno di un’auto in movimento.
- Posizionare le antenne dei sistemi WiFi, Bluetooth e reti senza fili in ambienti domestici meno frequentati. Nell’uso del laptop, si consiglia di interrompere la connessione WiFi per evitare che la continua ricerca di una rete generi inutili esposizioni.
- Progettare la struttura dei luoghi e delle postazioni di lavoro, cosi come delle abitazioni civili, in modo tale da minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici.