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Fibrillazione Atriale, migliore qualità di vita con l’ablazione rispetto ai farmaci

  • Alessandro Visca
  • Medicina

Lo studio CAPTAF (Catheter Ablation compared with optimized Pharmacological Therapy for Atrial Fibrillation) è il primo trial di confronto fra l’ablazione transcatetere e la terapia antiaritmica nella fibrillazione atriale (FA) che si è proposto di verificare come cambia la qualità della vita dei pazienti con le due terapie.

Il trial ha valutato 155 pazienti con FA sintomatica refrattaria ad almeno un farmaco, inclusi i beta-bloccanti. I pazienti avevano avuto almeno un episodio di FA documentato con ECG nei 12 mesi precedenti e almeno un episodio parossistico sintomatico o due episodi che hanno richiesto cardioversione.

Dopo un monitoraggio di due mesi con un dispositivo impiantabile i pazienti sono stati randomizzati all’ablazione transcatetere o terapia farmacologica antiaritmica con i dosaggi previsti dalle linee guida.

Sono stati poi utilizzati questionari di autovalutazione per la salute generale (SF-36), per la qualità di vita (SF-36 e EuroQol-5 Dimension), i sintomi (secondo la classificazione EHRA), il burden aritmico e la sicurezza della terapia.

Dopo 12 mesi di follow-up, il punteggio della salute generale era migliorato significativamente di più nel gruppo di ablazione (cambiamento medio 11.0; IC 95% 6.7-15.2) rispetto al gruppo in terapia farmacologica (cambiamento medio, 3.1 ; 95% CI, -0,9-7,1), p = 0,0084. Inoltre, tutti i parametri di qualità della vita valutati, ad eccezione del dolore fisico e delle relazioni sociali, erano migliorati significativamente di più nel gruppo sottoposto ad ablazione rispetto al gruppo in terapia con i farmaci.

Il punteggio EHRA sui sintomi è migliorato significativamente di più nel gruppo dell’ablazione (deviazione standard dalla media 3,0 (0,7) a 1,6 (0,8)) rispetto al gruppo dei farmaci (DS 2,9 (0,7) a 2.1 (1.1)), p = 0.0079. La riduzione del peso dell’aritmia (cioè la percentuale di tempo in FA), verificata dal dispositivo impiantabile, era numericamente più grande nell’ablazione che nel gruppo di farmaci, ma la variazione dal basale non ha raggiunto la significatività statistica nei due gruppi di trattamento. Il tasso di complicazione nei gruppi di trattamento era comparabile.

Carina Blomström-Lundqvist, del Dipartimento di Scienze Mediche di Uppsala, (Svezia), autor principale dello studio, ha commentato: “Utilizzando per la prima volta la qualità di vita dei pazienti come endpoint primario di un trial abbiamo dimostrato che l’isolamento della vena polmonare è significativamente più efficace dei farmaci antiaritmici in una popolazione mista di pazienti affetti da FA parossistica e persistente, anche in una fase iniziale della loro malattia. La qualità della vita dovrebbe essere l’endpoint primario nelle sperimentazioni future, poiché la principale indicazione per il controllo del ritmo è il suo miglioramento”.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.