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patatine fritte

La patate fritte aumentano il rischio di mortalità?

Uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition e che ha avuto una grande eco mediatica, mostra un aumento del rischio di mortalità prematura in chi abitualmente consuma patate fritte due o più volte alla settimana.

In realtà, come ha precisato Nicola Veronese del CNR Università di Padova sul banco degli imputati non è l’alimento, le patate, ma la tecnica di cottura, ossia la frittura.

“Anche se si tratta di uno studio osservazionale, – ha dichiarato Veronese in un’intervista alla CNN – crediamo che l’olio da cucina, ricco di acidi grassi trans, è un fattore importante per spiegare l’incremento di mortalità associabile al maggior consumo di patate fritte.” Veronese ha anche aggiunto che sull’aumento di mortalità nei forti consumatori di patate fritte possono avere avuto un ruolo altri importanti fattori di rischio, come obesità, sedentarietà e l’uso di grandi quantità di sale.

Lo studio è basato su un’analisi longitudinale di 8 anni su una coorte di 4440 partecipanti con un’età tra i 45 e i 79 anni presi dallo studio Osteorthritis Initiative, 2551 partecipanti (57,9%) erano donne con un’età media di 61,3 anni.

Il consumo di patate (fritte e non) è stato rilevato con un questionario e i partecipanti divisi in sottogruppi secondo i consumi di patate ≤1 volta al mese, 2-3 volte al mese, 1 volta alla settimana, 2 volte alla settimana o ≥3 alla settimana. È stata poi rilevata la mortalità durante il periodo preso in osservazione e la relazione consumo di patate/mortalità è stata indagata con un modello statistico a poste

Tuttavia l’analisi dei sottogruppi ha mostrato un incremento di mortalità nei partecipanti che consumavano patate fritte 2-3 volte alla settimana (HR 1.95 CI 95% 1,11-3,41) e in quello ≥3 alla settimana (HR 2.26 CI 95% 1,15-4,47). Il consumo di patate non fritte non è risultato mai associato a un incremento del rischio di mortalità.

Gli autori concludono che il consumo frequente di patate fritte è associabile a un incremento del rischio mortalità, ma occorrono studi su scala più ampia per confermare il dato.

Il consumo di patate fritte è in aumento in tutto il moriori, depurato dai fattori confondenti.

Durante il follow up di 8 anni sono morti 236 partecipanti. Dopo aggiustamento per 14 possibili fattori confondenti al basale e prendendo come gruppo di riferimento quello con il più basso consumo di patate, i partecipanti con il maggiore consumo di patate non hanno mostrato un incremento del rischio di mortalità per tutte le cause (HR 1.11 CI 95% 0,65-1,91).ndo. Secondo i dati del National Potato Council del Usa nel 2014 gli americani hanno consumato 50,8 chili di patate per persona. Di queste 35,6 chili erano cucinate e la tecnica più usata è stata la frittura.

Pierpaolo Benini
Pierpaolo Benini

Giornalista - Webmaster - Fotografo