L’osteoartrosi non è più solo una malattia della terza età
Un nuovo studio su un ampio campione di popolazione degli Stati Uniti rivela che l’incidenza di patologie osteoarticolari è sostanzialmente sottostimata, specialmente nelle fasce di età sotto i 65 anni. Lo studio che ha raccolto i dati di 33.600 partecipanti al U.S. National Health Interview Survey del 2015. Il report è stato pubblicato online sulla rivista Arthritis & Rheumatology.
Nell’anno preso in considerazione negli Stati Uniti hanno sofferto di una forma di osteoartrosi (OA) circa 91 milioni di persone, un terzo delle quali avevano un’età tra i 18 e i 64 anni. La prevalenza della patologia in età giovanile e adulta viene definita il 68% superiore alle attese. Il che significa, secondo gli autori dello studio, che questa malattia è sempre stata sottostimata. “Abbiamo scoperto – spiega David Felson, ordinario di medicina alla Boston University – che le persone sotto i 65 anni che hanno forme di artrosi tendono a negare di avere la patologia”.
Per stimare la reale incidenza dell’OA negli Stati Uniti, gli autori dello studio hanno preso in considerazione non solo le persone a cui era stata diagnosticata, ma anche quelle che hanno riferito sintomi cronici della durata di più di tre mesi. Si è scoperto che il 19% degli uomini e circa il 17% delle donne sotto i 65 anni riferivano di dolori articolari.
Nel complesso il quadro che emerge dallo studio mostra nella fascia sotto i 65 anni una prelevanza di OA del 29,9% negli uomini e del 31,2% nelle donne. Oltre i 65 anni di età la prevalenza sale al 55,8% negli uomini e al 68,7% delle donne.
Quali possono essere le cause di questa diffusione delle patologie articolari anche in età considerate meno a rischio? Secondi gli autori soprattutto l’obesità e lo stress articolare legato a pratiche sportive o esercizio fisico spinto ai limiti. Di conseguenza le più efficaci misure preventive sono il controllo del peso e un esercizio fisico non stressante.
Gli autori, infine, fanno notare che si registra un tasso crescente di interventi chirurgici specialmente tra i giovani adulti affetti da OA. Inoltre affermano che i metodi attuali di sorveglianza dell’OA negli Usa, in uso dal 2002, dovrebbero essere rivisti per correggere i limiti intrinseci dei metodi di indagine e aumentarne la precisione.