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Obesità, il rapporto tra altezza e girovita è più importante del BMI

La misura del girovita in rapporto all’altezza è il metodo più preciso ed efficace nella pratica clinica per identificare le persone a rischio obesità. Lo evidenzia uno studio che ha messo a confronto le capacità predittive di 5 metodi semplici di valutazione, applicabili nello studio del medico di medicina generale.

I cinque metodi sono: Body Mass Index (BMI), misurazione del girovita, rapporto girovita-fianchi, rapporto girovita-altezza, rapporto girovita-altezza 0.5.

I risultati hanno mostrato che il miglior predittore della percentuale di grasso corporeo e di grasso addominale sia negli uomini che nelle donne è il rapporto girovita-altezza.

Lo studio, pubblicato su PLOS ONE, condotto da Michelle Swainson e coll. della Carnegie School of Sport, Università di Leeds Beckett, Leeds, Regno Unito, ha misurato con accuratezza il grasso corporeo e addominale di in un gruppo di 81 adulti (40 donne e 41 uomini), utilizzando una scansione total body (Dual X-ray Absorptiometry DXA).

I ricercatori hanno scoperto che il 36,5% in più degli adulti sarebbero stati classificati obesi utilizzando dati riferiti al grasso corporeo, anziché l’indice di massa corporea (BMI). Le misurazioni sono state ripetute con i cinque metodi citati, confrontando i risultati con quelli della scansione DXA e determinando quale predittore dell’obesità è il più preciso. La misura del girovita in rapporto all’altezza (waist-to-height ratio, WHtR) è risultato il metodo migliore.

Il valore soglia (cut off) per la previsione dell’obesità è 0,53 negli uomini e 0,54 nelle donne. Il cut-off per la previsione dell’obesità addominale è di 0,59 in entrambi i sessi.

Il BMI è risultato poco efficace come predittore per la percentuale di grasso corporeo sia negli uomini che nelle donne, ma era un’alternativa plausibile per la previsione di grasso addominale nelle donne. Il rapporto girovita-fianchi è risultato un predittore molto debole dell’obesità in tutti i casi.

“La misura convenzionale dell’obesità usata dai medici di medicina generale è il BMI –  afferma Swainson  – Anche se ci sono benefici nell’uso di questo metodo, c’è il rischio di false diagnosi di obesità o sottodiagnosi. Questo avviene sicuramente quando le persone hanno un BMI normale ma un livello alto di grasso addominale.”

“La percentuale di grasso corporeo, e in particolare il grasso addominale, sono associati al rischio di diverse condizioni patologiche, tra cui la resistenza all’insulina, il diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, ma non vengono pienamente valutate attraverso la sola misurazione del BMI – aggiunge  Swainson – la nostra ricerca ha dimostrato che WHtR è un’alternativa più accurata a queste due misure.”

Il calcolo basato sulla misurazione della circonferenza della vita divisa per la misura dell’altezza non è un nuovo metodo di classificazione dell’obesità, ma non viene ancora applicato regolarmente in ambito clinico. Secondo gli autori dello studio, introducendo questa misura alternativa e più accurata nelle valutazioni cliniche, più uomini e donne potrebbero essere avviati a programmi di controllo del peso. Lo studio dimostra anche che queste misurazioni possono essere utilizzate efficacemente quando le scansioni DXA non sono disponibili o non sono accessibili”.

alessandro visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.