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Riabilitazione, stimolare il midollo spinale per recuperare la parola

Una ricerca italiana ha ottenuto risultati interessanti con una nuova tecnica applicata alla riabilitazione di pazienti che hanno perso l’uso del linguaggio (afasia) a seguito di lesioni cerebrali causate dall’ictus. Secondo diversi studi pubblicati negli ultimi dieci anni l’incidenza dell’afasia oscilla tra il 21 e il 38 % di tutti i casi di ictus.

Lo studio, pubblicato su Frontiers of Neurology è stato realizzato dalla Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II, l’Università degli Studi e l’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano.

I ricercatori hanno sottoposto un gruppo di pazienti afasici in seguito ad ictus cerebrale sinistro a una settimana di stimolazione transcutanea spinale a corrente diretta, associata a un trattamento del linguaggio per il recupero di verbi e sostantivi e a una settimana di trattamento associata invece a stimolazione placebo.

Come precisa Alberto Priori, Direttore dell’Unità operativa di Neurologia dell’Ospedale San Paolo di Milano e professore associato dell’Università degli Studi di Milano: “La stimolazione transcutanea spinale a corrente diretta è una scoperta italiana di quasi dieci anni fa che potrebbe rilevarsi utile per sviluppare nuovi protocolli d’intervento riabilitativo in diversi ambiti neurologici”.

La stimolazione del midollo spinale per venti minuti al giorno ha determinato un miglioramento nell’uso del linguaggio.

“Questo conferma – secondo Paola Marangolo, Direttore del Laboratorio di ricerca sull’afasia presso la Fondazione Santa Lucia e professore associato di psicobiologia all’Università Federico II di Napoli – che il linguaggio non è un sistema confinato nell’emisfero sinistro del cervello, come tradizionalmente si è sempre ipotizzato, ma piuttosto una rete distribuita in modo più ampio all’interno del sistema nervoso centrale, che comprende anche strutture cerebrali come il midollo spinale, deputate al controllo del sistema motorio”.

Le terapie di neuroriabilitazione dei pazienti afasici puntano tradizionalmente ad attivare aree integre dell’emisfero sinistro o aree omologhe dell’emisfero destro, nel tentativo di recuperare il più possibile la funzione andata persa. L’ipotesi originale dello studio realizzato dall’équipe della professoressa Paola Marangolo in collaborazione con il professor Alberto Priori è stata invece quella di stimolare il recupero del linguaggio agendo proprio sul midollo spinale.

La stimolazione del midollo spinale ha tuttavia portato nel corso della sperimentazione non a un miglioramento nell’uso di qualsiasi parola, bensì solo dei verbi. E proprio il fatto che il midollo spinale sia deputato a funzioni di movimento sarebbe la spiegazione di questo effetto selettivo. “Data la stretta associazione tra il verbo e l’azione motoria – prosegue Paola Marangolo – è possibile che la stimolazione abbia influenzato l’attività neuronale lungo le fibre ascendenti midollari, modulando le aree sensorimotorie a livello corticale. Queste aree hanno a loro volta attivato nel sistema linguistico le componenti motorie che caratterizzano il significato dell’azione, facilitando appunto la produzione dei verbi. I sostantivi privi di contenuto motorio non hanno invece beneficiato degli effetti della stimolazione”.
I risultati dello studio aprono nuove ipotesi sull’utilizzo della stimolazione transcutanea spinale a corrente diretta per la riabilitazione del linguaggio.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.