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Caffè, un consumo moderato abbassa il rischio di diabete tipo 2

L’EFSA, Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare, nel 2015 ha dichiarato che un consumo moderato di caffè (3-5 tazzine al giorno) è sicuro nella popolazione adulta e parte di una dieta sana ed equilibrata.

Questa dichiarazione sintetizza una serie di evidenze scientifiche che hanno spinto a togliere la caffeina tra le sostanze pericolose per la salute e, al contrario, hanno evidenziato i possibili effetti protettivi di un consumo moderato di caffè nei confronti di malattie cardiovascolari, malattie metaboliche e anche di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

Una conferma che riguarda il diabete di tipo 2 viene ora dalla pubblicazione sulla rivista Nutrition Reviews, di una metanalisi di 30 studi clinici condotta in modo indipendente da due ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma (Svezia): Mattias Carlström del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia e Susanna C. Larsson, dell’Unità di Epidemiologia Nutrizionale dell’istituto di Medicina Ambientale.

La ricerca ha preso in esame studi a partire dal 1 dicembre 2017, che hanno coinvolto complessivamente 1 185 210 partecipanti, 53 018 dei quali hanno sviluppato diabete di tipo 2.

È risultato che un consumo giornaliero moderato di caffè riduce di circa il 30% il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. In particolare il gruppo con un consumo medio di 5 tazzine di caffè al giorno ha mostrato un rischio relativo (RR) 0,71 (IC 95%, 0,67-0,76) di sviluppare diabete di tipo 2 rispetto al gruppo che non beve caffè. Inoltre è stata riscontrata una riduzione del rischio del 6% (RR = 0,94, IC 95%, 0,93-0,95) per ogni tazza di caffè consumata al giorno. Risultati simili si sono riscontrati anche con il caffè decaffeinato.

Gli autori hanno poi esaminato quali sono i meccanismi biochimici che potrebbero essere all’origine di questo effetto protettivo del caffè. Le ipotesi riguardano innanzitutto le proprietà antiossidanti della caffeina, che potrebbero ridurre lo stress ossidativo, associato all’insorgenza di diabete di tipo 2. Inoltre diverse  ricerche hanno dimostrato che il consumo regolare di caffè può ridurre i livelli dei marcatori pro-infiammatori e, di conseguenza, l’infiammazione cronica di basso grado, collegata a disturbi cardiovascolari e metabolici, come il diabete di tipo 2.

Gli autori della review sottolineano comunque che sono necessari studi randomizzati a lungo termine per confermare l’associazione protettiva e per approfondire maggiormente i meccanismi sottostanti a questa relazione e concludono che il caffè – insieme a importanti cambiamenti nello stile di vita necessari per intervenire su molteplici fattori di rischio – potrebbe costituire un punto di partenza per l’implementazione della ricerca di nuove strategie terapeutiche per il diabete di tipo 2 e le complicanze associate.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.