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Dieta a basso glutine, fa bene anche se non si è celiaci?

L’eliminazione, parziale o totale, del glutine dalla dieta abituale è uno di quei temi che ha da tempo superato i confini dell’approccio medico per entrare nel territorio a rischio delle mode alimentari. Una serie di libri di successo e l’inevitabile apporto dei social hanno diffuso l’idea che gli alimenti privi di glutine facciano parte di uno stile alimentare più sano. Ma è davvero cosi?

Uno studio danese ha provato a verificare l’origine di benefici come la diminuzione del gonfiore intestinale e una modesta riduzione del peso corporeo, riscontrati in soggetti che hanno seguito una dieta a basso contenuto di glutine e ha concluso che questi effetti sono probabilmente legati ad una maggiore assunzione di fibre che porta a modificare la flora batterica intestinale, piuttosto che al basso contenuto di glutine.

Lo  studio dell’Università di Copenaghen, riportato su Nature Communication  ha coinvolto 60 adulti danesi in salute a cui è stata indicata una dieta povera di glutine (2 g di glutine al giorno) per confrontarla successivamente con una dieta ricca di glutine (18 g di glutine al giorno). Le due diete, confrontabili per calorie, nutrienti e quantità di fibre, variavano invece di molto rispetto alla composizione di fibre presenti.

Osservando la fermentazione della flora batterica intestinale, i ricercatori hanno concluso che gli effetti di una dieta a basso contenuto di glutine non è imputabile al glutine stesso, ma piuttosto al cambiamento nel tipo di fibre assunto: meno fibre provenienti da grano e segale, più fibre provenienti da verdura, riso integrale, mais, avena e quinoa. Questo porta a modificare l’attività della flora batterica intestinale, con i conseguenti benefici su gonfiore addominale e riduzione del peso.

“Sono necessari ulteriori studi – spiega Oluf Pedersen dell’Università di Copenhagen – prima di poter suggerire alla popolazione una dieta a basso contenuto di glutine, specialmente dopo aver osservato che è l’apporto di fibre ad avere effetti sui disturbi intestinali e sul peso corporeo e non la sola scarsa presenza di glutine. Una dieta povera di glutine non è necessariamente la scelta più indicata per la salute, come molti pensano. La maggior parte dei cibi senza glutine presenti sul mercato, infatti, è fortemente privata di fibre e ingredienti nutrizionali naturali. È necessario, quindi, rendere disponibili cibi ricchi di fibre e ad alto valore nutrizionale, ma con basso contenuto in glutine, per chi preferisse una dieta simile. Questa potrebbe essere la chiave per alleviare disturbi gastro intestinali e aiutare il controllo del peso nella popolazione attraverso la modifica del microbiota intestinale”.

Pierpaolo Benini
Pierpaolo Benini

Giornalista - Webmaster - Fotografo