Influenza, primi risultati di un vaccino universale per via nasale
I ricercatori dell’University of California (UCLA) di Los Angeles (USA) stanno lavorando a un nuovo approccio al vaccino antifluenzale, che consentirebbe di superare i limiti di quello attualmente utilizzato.
Gli attuali vaccini sono basati sulla stimolazione del sistema immunitario, che però può rivelarsi poco efficace sia per le variabilità di risposta individuale sia per la capacità di adattamento e mutazione dei virus influenzali.
Questo studio ha sperimentato sui topi da laboratorio un approccio radicalmente diverso, che mira a ottenere una risposta immunitaria più efficace e duratura.
Lo ricerca parte dallo studio del rapporto tra il virus influenzale e l’interferone, la proteina prodotta dal sistema immunitario in risposta alla presenza di agenti esterni come virus e batteri. Gli interferoni agiscono nel contrasto immediato ai virus invasori, ma anche in tempi più lunghi con la formazione di una immunità adattiva che “memorizza” i virus. Questi ultimi, però, sono in grado di sviluppare meccanismi specifici per neutralizzare l’azione dell’intereferone e inibirne la produzione. Studiando questi meccanismi i ricercatori americani hanno identificato otto mutazioni in geni diversi che rendevano il virus incapace di combattere la risposta immunitaria e hanno creato un virus ricombinante, con i geni mutati. Questo virus depotenziato, prodotto con l’ingegneria genetica e inoculato nei topi di laboratoriosi è dimostrato sicuro (non è in grado di provocare l’infezione influenzale) e molto efficiente nello stimolare la risposta immunitaria, anche verso varianti impreviste del virus.
“Con questo approccio – specificano gli autori – i requisiti di sicurezza ed efficacia dei vaccini possono potenzialmente essere raggiunti contemporaneamente. Nello sviluppo del vaccino tradizionale, uno viene solitamente sacrificato per l’altro. “
Il nuovo vaccino verrà testato ancora negli animali da laboratorio contro due ceppi di influenza, in seguito arriverà alla sperimentazione sull’uomo. Si ipotizza lo spray nasale come via di somministrazione. Se la sperimentazione avrà successo, secondo gli autori questo sistema potrebbe essere applicato allo sviluppo di vaccini contro un’ampia gamma di virus.