Malattie a trasmissione sessuale, allarme gonorrea per i ceppi resistenti
La gonorrea rappresenta la seconda più comune malattia a trasmissione sessuale batterica in Europa (oltre 75.000 casi confermati nel 2016). Gli esperti segnalano l’aumento di ceppi resistenti agli antibiotici. Negli ultimi decenni, il gonococco ha sviluppato resistenza a diverse classi antimicrobiche come sulfonamidi, penicilline, tetracicline, macrolidi, fluorochinoloni e, più recentemente, cefalosporine di terza generazione.
Nei primi mesi del 2018 sono stati riportati nel Regno Unito e in Australia i primi tre casi di infezione da Neisseria gonorrhoea ampiamente resistente a tutti i farmaci (XDR). Questi primi casi evidenziano la crescente minaccia rappresentata dalla gonorrea multi-resistente (MDR) e largamente resistente ai farmaci (XDR); la diffusione della malattia preoccupa per le pochissime alternative terapeutiche, la mancanza di un vaccino e la scarsa capacità di sorveglianza a livello nazionale e internazionale.
L’allarme viene all’ICAR (Italian Conference on Aids and Antiviral Research), che si è tenuto a Roma dal 22 al 24 maggio promosso da Simit, Società italiana di malattie infettive e tropicali.
L’epidemia di Epatite A
Nell’incontro si è parlato anche dell’epidemia di epatite A che nel 2017 ha colpito gran parte dell’Europa. In Italia sono stati segnalati 3.426 casi, un’incidenza pari a 6,9 casi per 100 mila abitanti. La maggior parte dei casi ha riguardato maschi adulti tra i 25 e i 54 anni, in particolare esposti a rapporti con persone dello stesso sesso (circa il 62%).
“Oltre alla trasmissione tra MSM, maschi che fanno sesso con maschi, il contagio può avvenire tramite il consumo di molluschi crudi o poco cotti contaminati dal virus – spiega il Claudio M. Mastroianni, Direttore UOC Malattie Infettive, Latina – Sapienza Università di Roma, Polo Pontino e Segretario Nazionale di SIMIT – e meno frequentemente attraverso il consumo di acqua non controllata o a seguito di viaggio in aree endemiche. Recentemente è stato segnalato anche un cluster epidemico in Australia relativa al consumo di melograno surgelato. La diffusione di una adeguata campagna di informazione sulle misure precauzionali soprattutto nella popolazione giovane adulta è fondamentale per contrastare la diffusione dell’infezione da Hav ed evitare la ripresa dell’epidemia; in tal senso la vaccinazione rappresenta lo strumento più efficace che va raccomandato in popolazioni target ad alto rischio sulla base di indicazioni comportamentali.”
Il vaccino anti-Hpv
Infine Mastroianni ha ricordato che “Tra le infezioni a trasmissione sessuale prevenibili con il vaccino va considerata l’infezione da papilloma virus, agente responsabile del cancro della cervice uterina, della vulva, della vagina di tumori dell’ano, del pene e del cavo orale. In Italia la media nazionale di adesione alla vaccinazione è pari a circa il 70% delle ragazze tra 11 e 12 anni”.
“L’efficacia e la sicurezza del vaccino anti-Hpv – aggiunge Mastroianni – è stata recentemente confermata da una revisione della Cochrane che ha analizzato 26 studi riguardanti un totale dei 73.428 ragazze adolescenti e donne. In Australia, dopo una estesa campagna di vaccinazione nel decennio, tra il 2005 e il 2015, il tasso di Hpv tra le donne di 18-24 anni è passato dal 22,7% all’1,1%. Tali risultati lasciano prevedere che nei prossimi 40 anni il cancro della cervice uterina non sarà più un problema di salute pubblica in Australia”.