Sclerosi Multipla, il rischio misurato con i social network
Analizzare l’influenza della rete social di un paziente come elemento di valutazione del rischio di sviluppare una malattia. Una metodologia originale, che è stata applicata con successo a un gruppo di persone a rischio di Sclerosi Multipla, e che potrebbe probabilmente essere estesa anche ad altre patologie.
La ricerca, condotta da un team del Brigham and Women’s Hospital di Boston (Usa) ha utilizzato uno strumento (tool) di valutazione dei social network applicato a 1493 persone a rischio di sclerosi multipla. I ricercatori hanno esaminato la rete sociale di ogni persona in relazione alla disabilità neurologica auto-riferita e hanno scoperto che le caratteristiche delle persone che circondano ogni soggetto, come i comportamenti negativi per la salute, erano fortemente associate alla disabilità funzionale dell’individuo. I risultati sono stati pubblicati online su Nature Communications.
Ai partecipanti è stato chiesto di completare un breve questionario per valutare la disabilità neurologica in base all’autopercezione di diverse abilità, tra cui camminare, usare braccia e mani, capacità visive, eloquio, deglutizione, funzioni cognitive, funzioni intestinali e della vescica.
Inoltre, il team dei riecrcatori ha tracciato un quadro della rete social di ciascun partecipante La rete era composta in media da otto persone strettamente collegate. Verificando i comportamenti (esercizio fisico, fumo, controlli medici) delle persone in contatto con ciascun paziente, i ricercatori hanno scoperto un legame tra i sintomi neurologici riportati dai pazienti e abitudini più o meno sane della sua rete. Una maggiore disabilità era associata a una maggiore presenza di soggetti con una potenziale influenza negativa sulla salute.
“Abbiamo ipotizzato che esista un legame tra i social network e la funzione neuro-immunologica – spiega Amar Dhand primo autore dello studio – e abbiamo in programma di esaminare quali caratteristiche della rete social sono correlate alla suscettibilità alla malattia.”
A questo scopo Dhand e colleghi hanno in programma di continuare a valutare la relazione tra i social network dei partecipanti, i fattori di rischio genetici e altri fattori ambientali nello sviluppo dei sintomi della SM.