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Brain week

Settimana Mondiale del Cervello 2018, buone notizie dalla ricerca

  • Alessandro Visca
  • Sanità

L’informazione del pubblico è di fondamentale importanza per il progresso della ricerca e della cura delle patologie neurologiche. È per questo che si celebra anche quest’anno la Settimana mondiale del cervello, dal 12 al 18 marzo. La manifestazione in Italia è promossa dalla Società Italiana di Neurologia (SIN) e prevede una serie di manifestazioni per far conoscere meglio le malattie neurologiche e l’attività clinica e di ricerca dei neurologi. La SIN per quest’anno ha scelto anche di sottolineare l’imporatanza del rapporto tra cervello e apparato motorio con la Giornata nazionale delle malattie neuromuscolari, il 10 marzo.

Per dare un segno tangibile di come la ricerca possa fare molto per migliorare la condizione di molti malati, in occasione della presentazione delle iniziative di quest’anno sono stati illustrati alcuni recenti risultati di grande rilievo.

Per quanto riguarda la sclerosi multipla, al Congresso dell’European Bone Marrow Transplantation Society (EBMT) di Lisbona sta per essere presentato un importante studio coordinato da Richard Burt, del Northwestern Memorial Hospital di Chicago, grazie al quale si dimostra che il trapianto autologo con cellule staminali ematopoietiche è molto più efficace delle migliori terapie attuali nel ridurre la frequenza di ricadute e la progressione della disabilità nei pazienti colpiti dalla malattia.

Nel caso della demenza, è recente la definizione della precisa struttura atomica della tau fosforilata, principale marcatore della malattia a livello cerebrale insieme all’amiloide: questa scoperta potenzialmente apre la strada a nuove metodiche diagnostiche e terapie efficaci. Un altro studio ha invece dimostrato che un test ematico è in grado d’individuare un probabile accumulo di amiloide cerebrale con una sensibilità e una specificità paragonabili a quelle di esami invasivi, più costosi e complessi.

Attualmente, il gold standard per il trattamento dell’ictus ischemico conseguente all’occlusione di grandi arterie intracraniche è l’asportazione meccanica del trombo per via endovascolare. Due trial pubblicati a gennaio e febbraio di quest’anno sul “New England Journal of Medicine” hanno dimostrato l’efficacia di questo trattamento, fino a 16-24 ore dal teorico esordio dell’ictus, nel consentire un recupero funzionale a tre mesi dal trattamento, a fronte di un rischio di complicanze emorragiche e di mortalità comparabile a quello del trattamento standard.

Per le malattie neuromuscolari, è da segnalare la notizia che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la commercializzazione del farmaco nusinersen per la cura e il trattamento dell’atrofia muscolare spinale.

Gianluigi Mancardi, presidente della Società Italiana di Neurologia, nella nostra intervista presenta la Settimana Mondiale del Cervello 2018

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.