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Caffè, nuove conferme sugli effetti preventivi

Diverse ricerche hanno evidenziato che un consumo regolare di caffè (3-4 tazze al giorno) si associa a un rischio minore di sviluppare malattie cardiovascolari, metaboliche e tumori.

Una ricerca internazionale a cui hanno collaborato nutrizioni, epidemiologi e immunologi di centri americani, cinesi e norvegesi ha cercato una conferma di questi effetti preventivi, misurando nel plasma dei bevitori di caffè e di chi non ne beve la presenza di alcuni biomarkers, che sono associati all’infiammazione cronica e a vari disordini metabolici.

Lo studio appena uscito sull’American Journal of Clinical Nutrition ha utilizzato i dati raccolti su una popolazione di infermieri e operatori sanitari americani, in particolare sono state prese in considerazione 2 coorti di 15.551 donne (dal Nurses’ Health Study) e 7.397 uomini (dall’Health Professionals Follow-Up Study).

Sono stati esaminati 14 biomarkers, alcuni dei quali, come proteina C reattiva e interleuchina-6, sono  indici di infiammazione, altri invece sono ormoni come leptina ed estrogeni implicati nei disordini metabolici, come l’obesità.

I risultati mostrano che chi consumava abitualmente 4 o più tazze di caffè al giorno aveva concentrazioni inferiori nel plasma di proteina C reattiva (-16,6) di Interleuchina-6 (-8.1%),  C-peptide (-8.7%), estradiolo totale (-5.7%), di estradiolo libero (-8.1%), di leptina (-6.4%), e concentrazioni più alte di SHBG, globuline leganti gli steroidi sessuali (5.0%) e testosterone (7.3% in women and 5.3% in men).

Un dato importante è che i risultati sono gli stessi anche con il consumo di decaffeinati, quindi questi effetti non dovrebbero essere direttamente collegati alla caffeina.

Pierpaolo Benini
Pierpaolo Benini

Giornalista - Webmaster - Fotografo