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I rischi della Brexit per la salute degli inglesi

  • Alessandro Visca
  • Sanità

Meno personale sanitario disponibile, finanziamenti ridotti per il servizio sanitario nazionale, accesso più difficile ai farmaci, minore scambio di informazioni scientifiche; sono questi i rischi che l’uscita dall’Unione Europea comporta per i cittadini del Regno Unito. A dirlo è una review di politica sanitaria pubblicata su The Lancet.

Lo scenario peggiore, secondo gli autori, è quello di un’uscita dall’Unione senza accordi, la cosiddetta No-Deal Brexit. Gli autori dell’analisi, esperti giuridici e di sanità pubblica, mettono a confronto quattro possibili scenari sul divorzio tra Regno Unito e UE. Si tratta delle possibili evoluzioni degli accordi finora proposti senza successo all’approvazione del Parlamento inglese e della possibilità di uscita nel marzo 2019 senza alcun accordo.

Secondo gli esperti il sistema sanitario inglese (NHS National Health Service) non è preparato al cambiamento. Martin McKee della London School of Hygiene & Tropical Medicine, co-autore dello studio  afferma: “Alcune persone liquidano la nostra analisi come ‘Progetto della paura’, ma a poco più di un mese da Brexit, dobbiamo andare oltre gli slogan. Abbiamo esposto i problemi in dettaglio, sulla base delle migliori prove disponibili. Se gli altri non sono d’accordo, allora devono dire perché al popolo britannico. Non è abbastanza dire che in qualche modo ce la caveremo.”

Secondo gli esperti, il reclutamento e il mantenimento della forza lavoro nel sistema sanitario inglese potrebbe diventare un problema dopo Brexit. La bozza di accordo finora respinta prevede accordi reciproci e il mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali fino al 2020. Tuttavia, con una Brexit no-deal potrebbero esserci ostacoli molto più seri all’immigrazione di operatori sanitari nel Regno Unito.

In base alla bozza di accordo le disposizioni sanitarie reciproche (ad esempio attraverso la tessera europea di assicurazione malattia, EHIC) rimarrebbero, ma solo fino al 2020, poiché non vi è alcun meccanismo previsto per proseguirle successivamente. Tutti gli accordi di assistenza sanitaria reciproca cesseranno nel 2019 in base a uno scenario No-Deal. Ciò sarebbe particolarmente dannoso per gli anziani residenti nel Regno Unito e per le persone con patologie croniche per le quali la copertura assicurativa sanitaria nell’UE sarebbe particolarmente costosa.

La Brexit creerà anche difficoltà di accesso ai finanziamenti della banca centrale europea per il servizio sanitario inglese. Il cambiamento delle regole sulla circolazione delle merci potrebbe creare difficoltà nell’approvvigionamento dei farmaci, sopratutto in assenza di accordi specifici. Secondo gli autori di questa review, in ogni caso, la Brexit potrebbe danneggerà la tradizionale leadership della Gran Bretagna nelle organizzazioni medico-scientifiche in Europa. Anche le leggi a protezione dell’ambiente e della salute pubblica del Regno Unito sono in gran parte frutto della legislazione europea e potrebbero essere messe in discussione dopo l’uscita dall’Unione.

Nick Fahy, del Dipartimento Cure Primarie dell’Università di Oxford, altro autore dello studio commenta: “Il NHS è al centro della nostra vita nazionale; è fondamentale capire l’impatto che la Brexit avrà su di esso. I pazienti e le persone che si prendono cura di loro si trovano di fronte a un’incertezza sempre crescente e a potenziali interruzioni dell’assistenza sanitaria. Il NHS ha urgente bisogno di chiarezza e certezze sulla Brexit.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.