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Influenza in arrivo, previsti meno casi ma più rischi di complicanze

  • Alessandro Visca
  • Sanità

“Ci aspettiamo di avere circa 6 milioni di influenzati, con un’incidenza lievemente inferiore rispetto agli scorsi anni. A questi 6 milioni, che saranno colpiti da vera influenza, vanno poi aggiunti altri 8 milioni che contrarranno virus simil-influenzali”.

Cosi Fabrizio Pregliasco, virologo del Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’università Statale descrive l’epidemia influenzale attesa per la stagione invernale 2019-2020.

Se ci si attendono meno malati, c’è però la possibilità che aumentino le complicanze dovute alle varianti del virus.

“Si sono diffuse due nuove varianti dei virus H3N2 e H1N1 – sottolinea Pregliasco, – le quali, oltre ad avere una maggior capacità diffusiva, sono responsabili di forme influenzali che, soprattutto l’H1N1 nei bambini piccoli e l’H3N2 nei soggetti anziani e fragili, possono provocare maggiori severità e un più alto rischio di complicanze”. Oltre a questi virus, “saranno presenti anche il B/Colorado e l’A/Kansas che sono varianti già conosciute dalle precedenti stagioni”.

Pregliasco, intervenuto all’incontro annuale organizzato da Assosalute, ha ribadito che vaccino resta il modo migliore per proteggersi.

“La vaccinazione è un’opportunità per tutti – chiarisce l’esperto – ma ha un’impellenza sempre più alta al crescere della fragilità del soggetto. Il vaccino contro l’influenza non ci mette a riparo da tutti i virus in circolazione, ma il suo successo va misurato in ottica salvavita. L’obiettivo principale è proprio quello di dare copertura ai soggetti fragili e ridurne la mortalità associata”.

“Negli ultimi tempi si nota una tendenza alla disaffezione alla vaccinazione e una sottovalutazione della malattia – osserva Pregliasco – Si sottostimano i rischi di una patologia che, se mal gestita, può invece creare guai e mortalità nei soggetti a rischio. E’ importante trattarla correttamente a tutte le età e proteggersi sempre di più man mano che l’età avanza”, ribadisce lo specialista. “In merito ai vaccini – aggiunge – quando i medici di medicina generale sono coinvolti attivamente, i numeri aumentano. Nei soggetti a rischio, come gli anziani, c’è un trend in crescita, arrivando al 52% di anziani vaccinati. “.

Il 17 settembre è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Determina dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sull’aggiornamento annuale dei vaccini antinfluenzali per la stagione 2019-20

Le raccomandazioni del ministero della Salute, pubblicate in una circolare a luglio, indicano l’autunno come il periodo più adatto per le campagne di vaccinazione antinfluenzale. La protezione indotta dal vaccino ha inizio circa due settimane dopo la somministrazione e permane per un periodo di sei/otto mesi, per poi decrescere. Si sottolinea anche l’importanza di una corretta igiene personale per limitare la diffusione dell’influenza.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.