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Malattie croniche e riabilitazione, allarme per la bozza di riforma

  • Alessandro Visca
  • Sanità

Un grave rischio per la salute dei pazienti con malattia cardiaca o respiratoria cronica. Così i presidenti di AIPO e AICPR definiscono la riforma dei criteri per l’ammissione alla riabilitazione ospedaliera contenuta nella bozza di decreto sui “Criteri di Appropriatezza dell’accesso ai ricoveri di riabilitazione ospedaliera” del Ministero della Salute.

L’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri e l’Associazione Italiana di Cardiologia Clinica Preventiva e Riabilitativa sono particolarmente preoccupate dalla norma che intende limitare al 20% del totale i ricoveri riabilitativi di pazienti con patologia cronica e invalidante cardiologica o respiratoria.

“Questo è un atto – scrivono  – che non trova riscontro in letteratura, non ha basi epidemiologiche, discrimina gravemente i pazienti a parità di condizioni cliniche presentando, pertanto, forti dubbi di costituzionalità. Superata la soglia del 20%, a tutti gli altri pazienti che necessitano di ricovero riabilitativo verrebbero negate le cure! Il paziente potrà solo aspettare al domicilio: se è fortunato il quadro si risolverà da solo oppure il paziente peggiorerà ulteriormente tanto da necessitare un urgente ricovero in acuto, probabilmente in regime intensivo”.

I presidenti fanno notare che esperti di AIPO e di AICPR sono stati esclusi dalla redazione delle bozze e, in generale, tutte le società scientifiche sono state coinvolte nei processi di analisi dei documenti solo in una fase in cui il Decreto Ministeriale si trovava già in forma pressoché definitiva.

In una lettera, al Ministro della Salute Venerino Poletti Presidente AIPO e Gian Francesco Mureddu Presidente AICPR si dicono fermamente convinti che l’impianto del previsto D.M. determinerà:

  • grave danno clinico ai pazienti cardiopatici e pneumologici;
  • aumento dei ricoveri inappropriati in acuto e degli accessi impropri in Pronto Soccoro/D.E.A.;
  • rischio di aggravamenti domiciliari con esito fatale o da trattare in ambito di Terapia Intensiva;
  • rallentamenti o impossibilità a fruire delle cure riabilitative specialistiche a causa di creazione di artificiose unità di valutazione che decideranno se un paziente potrà accedere o meno ad un ricovero riabilitativo (immaginiamo se dovessimo creare un ente o un medico che autorizza o non autorizza un ricovero per by-pass aorto-coronarico o per rimozione di tumore polmonare o per un trattamento chemioterapico…)
  • ineguaglianza e discriminazione nell’accesso alle cure;
  • aumento dei costi sanitari.
Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.