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Neofobia alimentare, la paura del cibo nuovo è un rischio per la salute

La neofobia alimentare, ossia l’avversione verso cibi nuovi è un atteggiamento tipico dei bambini, che raggiunge il culmine tra i due e i cinque anni d’età.

Se questo comportamento persiste può portare a disturbi collegati con l’alimentazione, come l’obesità e aumentare il rischio di sviluppare malattie croniche, come il diabete.

Un quadro interessante dei possibili effetti di questo atteggiamento nei confronti del cibo arriva da un nuovo studio, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, che ha analizzato un ampio campione della popolazione finlandese ed estone.

Per questo studio i ricercatori hanno utilizzato un campione di quasi 3.000 persone tra 25 e 74 anni d’età dello studio finlandese DILGOM (DIetary, Lifestyle, and Genetic determinants of Obesity and Metabolic syndrome) e 1.100 soggetti tra 18 e 83 anni dell’Estonian Biobank.

Il livello di neofobia alimentare è stato valutato utilizzando la scala di neofobia alimentare (Food Neophobia Scale FNS), la qualità della dieta è stata valutata utilizzando il punteggio della dieta del mar Baltico (BSDS) e i profili dei biomarcatori sono stati determinati utilizzando una piattaforma di metabolomica NMR.

Un problema ereditario che influisce sulla qualità della dieta

Dall’analisi di questi dati è emerso innanzitutto che la neofobia è ereditaria, in secondo luogo che la neofobia ha un impatto sulla qualità dell’alimentazione.

Si è visto che la neofobia e alcune varianti molto simili, come un atteggiamento pignolo e schizzinoso verso il cibo, sono comuni in bambini e anziani, ma sono presenti anche nella fascia di età adulta, con caratterizzazione familiare.

Lo studio ha rilevato che la neofobia alimentare è associata a una qualità alimentare peggiore: ad esempio, l’assunzione di fibre, proteine e acidi grassi monoinsaturi tende a essere inferiore in questi soggetti e l’assunzione di grassi saturi e sale è maggiore. Inoltre, è stata trovata un’associazione significativa tra la neofobia alimentare e il livello degli acidi grassi nocivi e un aumento del livello dei biomarker di infiammazione nel sangue.

Infine la neofobia alimentare è risultata associata a più alti livelli di insulina a digiuno e a un più alto rischio di diabete tipo 2.

È importante notare che questo particolare fattore di rischio alimentare risulta indipendente dal sesso, dall’età, dal sesso e dallo stato socioeconomico.

“Questi risultati – spiega Markus Perola del National Institute for Health and Welfare finlandese – rafforzano l’idea che una dieta versatile e sana svolge un ruolo chiave e ha persino un ruolo indipendente nello stato di salute. Se possiamo intervenire in comportamenti alimentari devianti, come la neofobia alimentare, già nell’infanzia o nella giovinezza. Ciò contribuirà a prevenire potenziali futuri problemi di salute”.

“I fattori ereditari e il nostro genotipo – ribadisce Perola – determinano solo la nostra predisposizione alla neofobia alimentare: l’educazione e la cura della prima infanzia e l’orientamento allo stile di vita nell’età adulta possono fornire supporto nello sviluppo di una dieta diversificata”.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.