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robot anziani

Nuove tecnologie, arrivano i robot che assistono gli anziani

  • Alessandro Visca
  • Sanità

Entra nella fase di test operativo il progetto europeo MoveCare, coordinato dall’Università Statale di Milano, che prevede l’utilizzo di Internet of Things, Intelligenza Artificiale e robot per migliorare la qualità della vita degli anziani, favorendone l’indipendenza e rallentando o monitorando i processi di decadimento cognitivo.

L’idea è quella di utilizzare le nuove tecnologie per raccogliere una serie di dati sulla persona, come le abitudini di vita in casa, le abilità cognitive e la funzionalità motoria. I dati vengono successivamente analizzati da un’Intelligenza Artificiale che valuta un eventuale declino psico-fisico e restituisce una serie di proposte personalizzate all’anziano, come attività sociali ed esercizi fisici, indizi sulla ricerca di oggetti smarriti in casa, persone da contattare.

Lo stesso software è in grado di guidare un robot che aiuta l’anziano, per esempio a cercare un oggetto che non riesce a trovare oppure sollecita l’intervento dei familiari o dei sanitari quando c’è una richiesta di aiuto.

Il test, della durata di 10 settimane  coinvolgerà  30 persone anziane sole che vivono a Milano e in Estremadura (Spagna). Ciascun utente riceverà in dotazione un kit di sensori “IoT”, degli smart objects (come ad esempio una palla anti-stress e dei plantari sensorizzati), un tablet e l’accesso a un activity center connesso alla televisione per le attività sociali e cognitive, una piattaforma digitale di esercizi da svolgere mediante giochi e dei microfoni per riconoscere senza errori le richieste di aiuto. Venti utenti riceveranno anche un robot.

A Milano il test si terrà presso la casa di riposo Heliopolis di Binasco, del Gruppo Korian, tra i partner del consorzio che opera nel campo dell’assistenza e cura delle persone e presso le abitazioni private di cinque anziani selezionati dal Policlinico di Milano.

All’interno del progetto il Politecnico di Milano è responsabile della parte di monitoraggio, con l’obiettivo di cogliere i primi segni di declino fisico e cognitivo nell’anziano. La sensorizzazione di oggetti di uso quotidiano – una palla anti-stress e un paio di plantari – permette infatti di osservare longitudinalmente possibili indicatori di declino – debolezza, tremore, variabilità e lentezza del passo – senza cambiare le abitudini dell’anziano, aumentando così la fruibilità dell’intero sistema da parte dell’utente.

“La società occidentale sta cambiando – commenta Alberto Borghese, docente di Informatica, coordinatore del progetto – non solo perché la popolazione invecchia, ma anche perché la famiglia sta perdendo il suo ruolo centrale nella società. Questo rende più soli e più fragili gli anziani, i quali tendono a vivere più a lungo ma non sempre in condizioni ideali. La tecnologia ICT offre la possibilità di cambiare profondamente questa situazione, aumentando il bisogno di sicurezza dell’anziano, stimolandolo a una vita attiva e fornendo un monitoraggio remoto della condizione fisica e cognitiva per un eventuale intervento precoce in caso di necessità” .

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.