Yogurt e formaggi in una dieta sana si confermano utili per la prevenzione CV
Diverse ricerche hanno messo in evidenza i benefici per la salute legati all’assunzione di cibi fermentati. Lo yogurt, in particolare, grazie ai batteri dell’acido lattico ha un effetto equilibratore del microbiota, con riflessi positivi sulla prevenzione di malattie metaboliche, cardiologiche e oncologiche (vedi la ricerca).
Tuttavia, i derivati del latte, soprattutto formaggi grassi, sono generalmente sconsigliati dalle linee guida nutrizionali americane e internazionali per l’alto contenuto di calorie e di grassi saturi. Una posizione che viene ampiamente messa in discussione da ricerche più recenti, tra cui un importante studio presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia, ESC 2018.
Una conferma del ruolo positivo di derivati fermentati dal latte arriva da uno studio su una popolazione di donne australiane, pubblicato su The Journal of Nutrition.
7633 donne con un’età compresa tra 45 e 50 anni sono state seguite per 15 anni, dal 2001 al 2016, nell’ambito dell’Australian Longitudinal Study on Women’s Health. Le abitudini alimentari sono state monitorate con questionari validati che comprendono 101 alimenti. I principali parametri medici presi in considerazione riguardavo il diabete di tipo 2 (T2DM) e le malattie cardiovascolari (CVD). Sono stati utilizzati modelli statistici che includono i fattori sociodemografici e di stile di vita per stimare l’associazione tra assunzione di prodotti lattiero-caseari e rischio di CV.
Già all’inizio dello studio le donne che dichiaravano un maggior consumo di questi alimenti avevano un profilo migliore per quanto riguarda peso corporeo, livello d’istruzione, attività fisica, fumo e consumo di alcol. Nel corso dello studio, le donne che hanno consumato in misura maggiore yogurt e formaggi a pasta dura sono andate incontro ad un rischio di diabete e di malattie cardiovascolari più basso del 19%, rispetto a quelle con un consumo inferiore. Un dato confermato anche dopo aggiustamento statistico per vari fattori di rischio.
“I risultati di questo studio su donne australiane – concludono gli autori – suggeriscono un’associazione inversa tra l’assunzione totale di latte fermentato e il rischio di CVD, che può essere parzialmente spiegata da altri componenti dietetici”