Zuccheri indicati sulle etichette, fanno bene alla salute e alla spesa sanitaria
L’indicazione obbligatoria degli zuccheri aggiunti sulle etichette di cibo e bevande, imposta dalla Food & Drug Administration, è potenzialmente in grado di generare vantaggi sostanziali per la salute della popolazione americana, oltre che importanti risparmi economici. Lo dice uno studio della Friedman School of Nutrition Science and Policy, Università di Tufts (Usa) e Liverpool (UK), pubblicato sulla rivista Circulation.
Un’assunzione eccessiva di zuccheri aggiunti, in particolare quelli nelle bevande zuccherate, è considerata un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, diabete e obesità. Nel 2016, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha imposto norme più severe per l’indicazione del contenuto di zucchero aggiunto su tutti gli alimenti e le bevande, con l’obbligo di indicare la quantità in grammi e il limite giornaliero di assunzione raccomandato nelle linee guida nutrizionali 2015-20 (Dietary Guidelines for Americans).
I ricercatori hanno usato un modello previsionale per verificare l’impatto di questa misura sulla salute pubblica, sulla spesa sanitaria e sui costi sociali. Il modello ha utilizzato dati demografici e sulle abitudini alimentari del National Health and Nutrition Examination Survey e i dati epidemiologici provenienti dai Centers for Disease Control e Prevention, per stimare i casi evitati di malattie cardiovascolari e di diabete di tipo 2, gli anni di vita in buona salute (QALY), i costi dell’assistenza sanitaria, i costi per le famiglie e i costi sociali, come per esempio le assenze dal lavoro.
Si stima che nell’arco dei prossimi vent’anni le nuove etichette sugli zuccheri potrebbero prevenire o ritardare l’esordio di circa 1 milione di casi di malattie cardiometaboliche (come malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2). Se le nuove etichette spingeranno i produttori ad abbassare i contenuti di zuccheri si potrebbe arrivare a prevenire (o ritardare nell’esordio) fino a 3 milioni di casi di malattie cardiovascolari e diabete.
Per quanto riguarda i costi, secondo l’indagine, l’efficacia di queste misure dovrebbe iniziare ad apparire entro cinque anni e raggiungere il livello massimo entro sette anni. Nell’arco di un ventennio (2018-2038) con le nuove etichette negli Usa si avrebbe un risparmio di 31 miliardi di dollari in costi sanitari e 61,9 miliardi in costi sociali. Se si aggiungesse all’etichettatura la riformulazione dei prodotti da parte delle aziende si avrebbe un risparmio di 57,6 miliardi di dollari di costi sanitari e 113,2 miliardi di dollari di costi sociali.
“La nuova etichettatura è un passo importante verso la riduzione del consumo di cibi e bevande con alto contenuto di zuccheri aggiunti, per il miglioramento della salute e il contenimento della spesa sanitaria”, ha dichiarato Renata Micha, co-responsabile dello studio e professore associato presso la Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University. “Questi risultati hanno importanti implicazioni per gli individui, i responsabili politici e l’industria alimentare. Una riformulazione anche limitata di questi prodotti sarebbe un modo efficace per massimizzare i potenziali benefici, e consentirebbe a chi genera il problema di essere parte della soluzione.”