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covid nutrizione

Covid-19, la supplementazione con L-arginina nei pazienti ricoverati

L-arginina è un amminoacido coinvolto in diverse vie metaboliche. In particolare ha un ruolo nella produzione di Ossido Nitrico (NO) prodotto dall’endotelio come modulatore del tono vascolare. La produzione di livelli adeguati di NO nell’endotelio vascolare è fondamentale per la regolazione del flusso sanguigno e per la vasodilatazione.

Diverse pubblicazioni  indicano che l’assunzione di L-Arginina possa aumentare i livelli di NO nelle cellule endoteliali ed epiteliali. Questo aumento dei livelli intracellulari di NO permette di ridurre la pressione arteriosa e i potenziali danni d’organo ad essa correlati.

La disfunzione endoteliale, secondo il professor Gaetano Santulli, dell’AE College of Medicine di New York potrebbe essere collegata anche con le manifestazioni sistemiche osservate nella malattia da coronavirus (COVID-19).

“Alterazioni della funzione endoteliale – spiega Santulli – sono state correlate a ipertensione, diabete, tromboembolia e insufficienza renale, tutte presenti, in misura diversa, nei pazienti COVID-19. Altri ricercatori hanno successivamente confermato la nostra opinione. Per questi motivi, sulla base degli effetti positivi della L-arginina sulla funzione endoteliale, possiamo ipotizzare che l’integrazione di L-arginina possa essere utile a contrastare la disfunzione endoteliale nei pazienti COVID-19.”

L’esperienza al “Cotugno” di Napoli

All’Ospedale Cotugno di Napoli è stata utilizzata una supplementazione di L-arginina nei paziente i ricoverati per Covid-19 dal mese di ottobre 2020.

Il professor Giuseppe Fiorentino, Primario di Pneumologia e responsabile dei reparti di terapia di bassa intensità e sub-intensiva COVID-19, ha dichiarato: “Abbiamo aggiunto alle cure la L-Arginina, un integratore che spesso assumono gli sportivi e che sembra proteggere l’endotelio aumentando la disponibilità di ossigeno nel microcircolo”.

Fiorentino precisa che la terapia sub-intensiva, durante il primo periodo della pandemia, prevedeva la ventilo-terapia non invasiva, accompagnata da ventilazione cPAP, ossigenoterapia ad alti flussi, somministrazione di steroidi, cortisone e antibiotici, terapia integrativa con multivitaminici e idratazione.

Con l’arrivo della seconda ondata, l’integrazione multivitaminica è stata sostituita dalla somministrazione di di L-Arginina. Questo nuovo approccio ha mostrato effetti favorevoli sui tempi di dimissione, sul recupero del numero di linfociti e sul rapporto P\F tra pO2 arteriosa e FiO2 inspirata. Per quest’ultimo parametro si riscontra quasi un raddoppio della velocità di recupero.

“A fronte dell’osservazione di questi risultati e con l’obiettivo di sistematizzare e condividere queste osservazioni con la comunità scientifica – continua il professor Fiorentino – il nostro ospedale ha avviato uno studio clinico randomizzato, a gruppi paralleli, controllato in doppio cieco verso placebo, per valutare se l’aggiunta alla terapia standard di due flaconcini al giorno di L-Arginina, per via orale, in soggetti affetti da Covid-19 sia utile per produrre un miglioramento della prognosi nei pazienti affetti da questa patologia”.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.