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ESC 2020. Le prime linee guida su sport, esercizio fisico e cardiopatie

Sport e attività fisica non sono vietati alle persone con malattie cardiovascolari.

“Con l’aumento dei livelli di obesità e stili di vita sedentari, la promozione dell’attività fisica è oggi più cruciale che mai – spiega Antonio Pelliccia, dell’Istituto di medicina e scienza dello sport di Roma – L’esercizio fisico regolare non solo previene le malattie cardiache, ma riduce anche la morte prematura nelle persone con malattie cardiache accertate”.

Pelliccia è il presidente della “Task Force per  la cardiologia dello sport e l’esercizio fisico nei pazienti con malattie cardiovascolari” della Società Europea di Cardiologia che ha presentato all’ESC 2020 le prime linee guida su questo tema. Il documento è pubblicato online dall’European Heart Journal e sul sito web dell’ESC.

“La possibilità che l’esercizio inneschi un arresto cardiaco o un infarto è estremamente bassa – spiega Sanjay Sharma, professore di cardiologia dello sport e malattie cardiache ereditarie al St. George’s University Hospitals di Londra (UK), fra gli estensori del documento  – in ogni caso le persone completamente inattive e con malattie cardiache avanzate devono consultare il proprio medico prima di iniziare attività sportive.”

La premessa generale è che come gli adulti sani di tutte le età, le persone con malattie cardiache dovrebbero fare esercizio quasi tutti i giorni, per un totale di almeno 150 minuti a settimana di esercizio di intensità moderata. Intensità moderata significa aumentare la frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria, ma essere comunque in grado di sostenere una conversazione.

Per le persone obese o con ipertensione o diabete, le linee guida raccomandano esercizi di rafforzamento (ad esempio, sollevamento di pesi leggeri) almeno tre volte a settimana più un esercizio aerobico moderato o intenso, come andare in bicicletta, correre o nuotare.

Le linee guida entrano anche nel merito delle diverse patologie cardiache. Le persone con malattia coronarica, ad esempio, possono praticare attività sportive, con le opportune precauzioni.

“Le persone con coronaropatie di lunga data che desiderano iniziare l’esercizio per la prima volta dovrebbero consultare prima il proprio medico”, spiega Pelliccia. “L’obiettivo è adattare l’intensità dell’attività in base al rischio individuale.”.

Le linee guida raccomandano un’attività fisica regolare e moderata anche per prevenire il disturbo del ritmo cardiaco più comune, la fibrillazione atriale. Le persone con fibrillazione atriale che stanno assumendo anticoagulanti per prevenire l’ictus dovrebbero evitare gli sport di contatto a causa dei rischi di sanguinamento.

Anche le persone con pacemaker, secondo le nuove linee guida, non dovrebbero essere scoraggiate dal praticare sport (ad eccezione degli sport di contatto), tuttavia devono adattare la loro scelta in base alla gravità della malattia.Non vanno comunque mai dimenticate le principali regole di prudenza. Pelliccia raccomanda: “se l’esercizio provoca palpitazioni o insolita mancanza di respiro o fastidio al torace, l’attività va ridotta ed è opportuno fissare un controllo medico.” Se poi durante l’attività fisica si manifesta un dolore al petto per più di 15 minuti è meglio rivolgersi al Pronto Soccorso.

“L’attività fisica – conclude Sharma – fa bene a tutti coloro che hanno malattie cardiache e anche piccole quantità sono utili. Ci auguriamo che queste linee guida aiutino i pazienti e i loro medici a scegliere le attività migliori e più piacevoli per loro “.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.