Covid-19 grave, le sindromi post-acute cosa sono e come gestirle
“Post-acute COVID-19 syndrome”, questo è il titolo di un articolo, da poco pubblicato sulla rivista Nature Medicine, che fa il punto sui dati, finora disponibili sulle condizioni patologiche successive alla dimissione dopo un ricovero per una forma acuta di infezione virale da SARS-CoV-2.
L’articolo è firmato da specialisti di importanti centri medici americani in prima linea fin dalla prima ondata della pandemia, che negli Stati Uniti ha colpito 28 milioni di persone (740mila nella sola New York). Gli autori hanno considerato i dati relativi ai pazienti afferenti ai loro centri e i dati disponibili da altri studi clinici effettuati o tutt’ora corso nel mondo.
Il quadro che emerge, concludono gli autori, suggerisce che il paziente dimesso dopo una forma grave di Covid-19 vada seguito con un approccio multidisciplinare, con un follow up accurato che riguarda diversi organi e apparati.
I sintomi che possono persistere o manifestarsi dopo il ricovero per Covid-19
Gli effetti a lungo termine di un’infezione acuta da SARS-CoV-2 sono ancora oggetto di studio, tuttavia è già chiaro che nelle settimane e nei mesi successivi la dimissione dall’ospedale possono manifestarsi una serie di sintomi che riguardano diversi organi e apparati.
La sintomatologia più comune include una condizione di affaticamento cronico, debolezza muscolare, dolori articolari, può comprendere anche sintomi respiratori come dispnea e tosse, oltre a sintomi neurologi e disturbi dell’umore, come mal di testa, disturbi del sonno, deficit cognitivi (brain fog), disturbo post traumatico da stress, ansia e depressione. Nel quadro delle sindromi post-Covid-19 possono comparire anche sintomi cardiologici, come palpitazioni e dolore toracico, oltre a tromboembolismo, insufficienza renale e sequele dermatologiche, di cui la più comune è la perdita di capelli.
L’inquadramento clinico delle sindromi post-Covid
Secondo Ani Nalbandian, cardiologa della Columbia University di New York (Usa), prima firma di questo articolo, i pazienti dovrebbero comunicare tempestivamente questi sintomi al medico anche se non sono sicuri che siano attribuibili al Covid.
“Qui a New York, stiamo vedendo pazienti che hanno lottato per settimane e mesi alla ricerca di medici esperti – dice Nalbandian -I medici dovrebbero essere attenti, prendere sul serio le preoccupazioni dei pazienti e documentare accuratamente i sintomi”.
Molti dei pazienti che hanno avuto una forma grave di Covid avevano patologie presistenti. “Tuttavia – spiega Elaine Y. Wan, cardiologa della Columbia University coautrice dello studio – i sintomi post-Covid possono manifestarsi in qualsiasi paziente. Abbiamo visto giovani pazienti senza precedenti malattie mediche che hanno sviluppato disfunzione autonomica e battiti cardiaci accelerati dopo Covid-19. Non sono solo i più vulnerabili ad avere problemi dopo il Covid”.
Un approccio multidisciplinare per una malattia multisistemica
Secondo gli specialisti americani l’approccio clinico al Covid-19 dovrebbe essere fin dall’inizio multidisciplinare, anche in considerazione degli esiti della infezione acuta e del periodo successivo.
Per questo i ricercatori americani auspicano l’istituzione di “cliniche del Covid”.
“Covid-19 è la prima malattia infettiva che ho incontrato che ha effetto su una così ampia varietà di organi – dice Wan – Ha cambiato la mia pratica clinica. Indipendentemente dal motivo per cui il paziente viene, ora chiedo se ha mai avuto un’infezione da Covid-19. Cambia la possibile gamma di diagnosi”.
“Sulla base di questa revisione, tutti noi abbiamo riconosciuto che è necessaria un’assistenza interdisciplinare per trattare i pazienti nel corso del tempo – afferma Nalbandian – La cura per i pazienti con Covid-19 non dovrebbe concludersi al momento della dimissione dall’ospedale. Per fornire assistenza interdisciplinare, i sistemi sanitari dovrebbero istituire “cliniche Covid-19″ dedicate.”
Sebbene la comunità medica ora abbia una migliore comprensione della costellazione dei sintomi a lungo termine che si verificano dopo il Covid-19, “non conosciamo la durata e le complicazioni a lungo termine”, aggiunge Nalbandian. “Per saperne di più, dobbiamo indirizzare i pazienti agli studi clinici e ce ne sono molti attivi. Gli operatori sanitari sono ancora sotto pressione per l’assistenza ai pazienti con forme acute di Covid, ma considerare anche gli effetti a lungo termine è una responsabilità collettiva della comunità medica in generale”.