Covid-19, nuovo protocollo per l’assistenza a domicilio
Il consorzio pubblico-privato Exscalate4Cov, impegnato selezionare con l’uso dell’intelligenza artificiale le molecole più promettenti per contrastare l’attuale epidemia e a strutturare un modello operativo di intervento, mette a disposizione dei medici di base di Milano, Bergamo, Roma e Napoli un protocollo per il trattamento a domicilio e il monitoraggio dei pazienti positivi al Covid-19 paucisintomatici.
Il protocollo prevede un trattamento con raloxifene (farmaco registrato per l’osteoporosi) e il monitoraggio del paziente in collegamento con una struttura ospedaliera. Il medico può inserire i pazienti nel nuovo protocollo utilizzando una linea telefonica dedicata. Il protocollo prevede la dotazione di un kit di monitoraggio consegnato a domicilio dal paziente che informa lo staff medico circa l’evoluzione dell’infezione in tempo reale in collegamento con gli ospedali Humanitas (Milano e Bergamo), Spallanzani (Roma) e Monaldi (Napoli).
Un kit per il monitoraggio del paziente positivo al SARS-CoV-2
Il kit è composto da strumenti digitali per il controllo di pressione arteriosa, frequenza cardiaca, ossimetria transcutanea e temperatura corporea. Il protocollo prevede una visita a domicilio settimanale da parte dello staff sanitario per effettuare il tampone ed il prelievo ematico di controllo. Tutti i pazienti potranno comunicare con il medico dello studio attraverso un apposito tablet fornito al momento dell’arruolamento.
Lo studio clinico, promosso dal consorzio pubblico-privato Exscalate4Cov, è stato autorizzato da AIFA a ottobre 2020 e dovrà verificare la sicurezza e l’efficacia del raloxifene nell’inibire la replicazione del virus Sars-Cov-2. Potrà coinvolgere fino a 450 pazienti.
Il raloxifene è una molecola registrata e già utilizzata in farmaci in commercio, su prescrizione, per il trattamento e la prevenzione dell’osteoporosi nelle donne dopo la menopausa. Il file del brevetto dell’utilizzo del raloxifene per il trattamento di persone affette da virus Sars-CoV-2 è stato depositato lo scorso maggio da Dompé farmaceutici, Fraunhofer Institute e Università di Lovanio al fine di promuovere l’accesso universale alle cure che ne potranno derivare, così come definito dalle linee guida del consorzio stesso.