Helicobacter pylori, le noci potrebbero limitare i danni dell’infezione
Uno studio su animali da laboratorio ha mostrato che le noci potrebbero avere un effetto protettivo rispetto agli esiti più gravi dell’infezione da Helicobacter pylori, compreso il tumore allo stomaco. Studi precedenti hanno dimostrato l’effetto positivo del consumo di noci sulla composizione del microbiota intestinale e la capacità di questo alimento inserito nella dieta abituale di migliore il profilo lipidico, con ricadute positive sulla prevenzione cardiovascolare.
Questo nuovo studio suggerisce che il consumo di noci possa avere un beneficio anche nei soggetti con con un’infezione da H. Pylori, una patologia molto diffusa nel mondo con maggiore prevalenza nei paesi a basso reddito per le difficili condizioni igieniche e socioeconomiche di larghi strati della popolazione. L’infezione da H. Pylori è tra le cause di patologie gastriche come l’ulcera peptica e il cancro allo stomaco.
Le proprietà antinfiammatorie delle noci
In questa ricerca, supportata dalla California Walnut Commission e pubblicata sul Journal of Clinical Biochemistry and Nutrition un estratto di noci ha dimostrato di svolgere un’azione antinfiammatoria nell’apparato gastrointestinale e di creare proteine specifiche in grado di contrastare la formazione di cellule tumorali.
L’infezione da H. Pylori è curabile con una terapia antibiotica. Tuttavia, la diffusione sempre maggiore del fenomeno dell’antibiotico resistenza rende opportuna la ricerca di strategia preventive e approcci nutrizionali alternativi all’uso di antimicrobici.
La potenzialità delle noci nella prevenzione dei tumori sono state segnalate anche da altre ricerche come quella pubblicata lo scorso anno sulla rivista Cancer Prevention Research, in cui l’aggiunta di noci alla dieta di animali da laboratorio si è dimostrata in grado di ridurre il rischio di sviluppare un cancro del colon retto, modificando favorevolmente il microbiota intestinale.
Una conferma definitiva dell’utilità del consumo di noci in funzione antitumorale potrebbe arrivare da futuri studi sull’uomo.