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Ipertensione, rischio aumentato con alti livelli di ormoni dello stress

  • Blanca Bacchini
  • Medicina

Lo stress può essere considerato una risposta del nostro organismo a pressioni e tensioni provenienti dall’ambiente esterno. Tra le diverse manifestazioni di questa risposta c’è il rilascio di alcuni ormoni, come cortisolo e catecolamine (dopamina, epinefrina e norepinefrina), definiti appunto: ‘ormoni dello stress’.

Una condizione di stress prolungata può avere effetti negativi sulla salute ed è stata associata al possibile sviluppo di ipertensione. Per avere maggiori informazioni su questa associazione un gruppo di ricercatori della University of California di Los Angeles (Usa) ha verificato il rapporto tra livelli di ormoni dello stress e rischio cardiovascolare in una coorte di adulti americani sani.

L’indagine su ormoni dello stress e sviluppo di ipertensione

Il campione oggetto dello studio era composto da 412 adulti di età compresa tra 48 e 87 anni, nessuno dei quali con una storia di ipertensione, elemento che costituisce la principale differenza tra questo studio e il resto della letteratura già esistente sul tema. Il campione inoltre aveva carattere multietnico, essendo composto da soggetti bianchi, di colore e ispanici.

I ricercatori hanno misurato la quantità di cortisolo, dopamina, epinefrina e norepinefrina contenuta in campioni di urine ottenuti con un prelievo notturno. I soggetti sono stati poi seguiti per i successivi 6,5 anni in media, al fine di valutare la loro salute cardiovascolare nel lungo termine.

I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Hypertension riportano che durante gli anni di follow-up il 48.8% dei partecipanti ha sviluppato ipertensione; inoltre in un intervallo di tempo più lungo (11,2 anni in media), il 5,8% dei partecipanti ha manifestato eventi cardiovascolari (tra cui morte per malattia coronarica, ictus e malattie vascolari periferiche). Applicando a questi dati i modelli multivariabili di rischio proporzionale di Cox emerge che più alti livelli di ormoni dello stress sono associati a un più alto rischio di sviluppo di ipertensione.

In particolare, si è verificato un aumento del rischio di ipertensione incidente per raddoppio di noradrenalina (rapporto di rischio aggiustato (aHR), 1,31 [IC 95%, 1,06-1,61]), epinefrina (aHR, 1,21 [IC 95%, 1,03-1,41 ]), dopamina (aHR, 1,28 [IC 95%, 1,00-1,64]) e cortisolo (aHR, 1,23 [IC 95%, 1,04-1,44]). L’associazione è risultata più forte nei soggetti più giovani (<60 anni) rispetto ai soggetti più anziani (>60 anni). Un livello di cortisolo doppio rispetto al normale era associato a una incidenza di eventi cardiovascolari più alta, mentre non è stata riscontrata alcuna associazione tra alti livelli di catecolamine ed eventi cardiovascolari.

Lo stress come fattore di rischio cardiovascolare

Questo studio conferma le indicazioni dell’American Heart Association, che considera lo stress psicosociale uno dei fattori di rischio nella patogenesi dell’ipertensione e di altre malattie cardiovascolari (lo stress cronico sarebbe identificato come diretto responsabile dell’ipertensione, che a sua volta aumenterebbe esponenzialmente il rischio di ictus e infarto; inoltre lo stress incentiverebbe la messa in atto di meccanismi di coping capaci di compromettere la salute fisica).

Sulla base di queste evidenze l’American Heart Association ha recentemente posto l’attenzione sulle tecniche di riduzione dello stress, da considerare componente centrale del mantenimento di una buona salute fisica generale.

Un approccio più completo allo stato di salute del paziente

Attribuire il giusto peso allo stress di origine psicologica nelle strategie di prevenzione e nel trattamento dell’ipertensione e di altre malattie cardiovascolari significa allargare l’ottica con la quale il medico considera lo stato di salute del paziente.

Uno degli autori dello studio, Glenn N. Levin, cardiologo e professore del Baylor College of Medicine di Houston, Texas (Usa) commenta:

La salute psicologica può avere un impatto positivo sulla salute cardiovascolare. Lo stress è uno dei fattori più importanti da considerare quando si parla di alterazioni dell’umore e questo studio dimostra che livelli elevati di ormoni dello stress sono associati a un aumento del rischio di sviluppare ipertensione e di andare incontro a eventi cardiovascolari. Come operatori sanitari, dobbiamo prestare attenzione non solo al cuore e ai sintomi cardiologici, ma anche alla mente e alla persona nel suo insieme.’’

 

Blanca Bacchini

Laureata in scienze e tecniche psicologiche