La sigaretta elettronica, efficace strumento per la lotta al tabagismo?
80mila morti in Italia e 700mila in Europa ogni anno, ancora oggi sono questi i numeri che dimensionano l’impatto del tabagismo sulla società.
Non ci sono più dubbi in merito all’incidenza del fumo sulla salute e alla correlazione con cancro, malattie cardiovascolari e altre gravi patologie. Ben nota anche la riduzione dei rischi causata dalla disassuefazione, che riduce del 20-25 volte la possibilità di incorrere in malattie.
Tuttavia, abbandonare la sigaretta continua ad essere ancora oggi una sfida per molti tabagisti, uno scoglio quasi impossibile da superare.
Scala del rischio: un importante strumento per la lotta contro il tabagismo
Attualmente, uno dei temi più caldi al centro del dibattito scientifico è il concetto di less risk, basato sull’abbandono dell’approccio tradizionale quit or die a favore di nuovi metodi oggi disponibili, che consentono una gestione graduale del processo di cessazione del fumo, attraverso anche l’utilizzo dei cosiddetti prodotti a rischio ridotto.
Di questi aspetti, ed in particolare dell’utilizzo della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno, si è discusso in un convegno organizzato dall’Università dagli studi di Ferrara, dal titolo: La sigaretta elettronica come strumento di riduzione del rischio. Stato dell’arte della ricerca scientifica, che ha coinvolto numerosi esperti e figure istituzionali in un confronto che ha toccato diversi aspetti della questione.
La sigaretta elettronica è meno dannosa del 90-95% rispetto alle sigarette tradizionali
Questo dato, contenuto in un report dell’ UK Centre for Tobacco & Alcohol Studies (1), come spiegano gli esperti intervenuti, dovrebbe orientare secondo criteri scientifici le scelte delle organizzazioni della salute pubblica e portare al riconoscimento delle eCig come uno strumento fondamentale in materia di riduzione dei danni da tabacco.
Tra i relatori dell’evento il professor Fabio Lugoboni Responsabile Medicina delle Dipendenze – Università di Verona, secondo cui:
L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce il tabagismo una ‘dipendenza’ ecco perché smettere di fumare è spesso molto complicato. La sigaretta elettronica è al momento lo strumento più utilizzato per raggiungere tale obiettivo, tuttavia è necessario contestualizzarla/inserirla in un percorso più ampio nel quale il paziente ha bisogno di sostegno.
Il professor Fabio Beatrice, Direttore S.C. Otorinolaringoiatria, Ospedale San Giovanni Bosco Torino e Responsabile del Centro antifumo ospedaliero, è da sempre sostenitore della necessità di un approccio scientifico basato sulla riduzione del danno per contrastare gli effetti negativi del fumo sulla salute. Si dichiara convinto del fallimento dell’approccio tradizionale quit or die e dell’importanza di considerare il rischio relativo di ciascuna categoria di prodotti alternativi al fumo tradizionale:
In un quadro caratterizzato da una drammatica resistenza alla cessazione da parte dei fumatori e dal sostanziale fallimento delle attuali proposte di contenimento del tabagismo, si inserisce pragmaticamente la questione del fumo digitale, oggi prevalentemente rappresentato dalle sigarette elettroniche e dal tabacco riscaldato: modi diversi di inalare nicotina cercando di evitare le sostanze tossiche generate dalla combustione. Il dibattito sulla dannosità del fumo digitale è molto acceso e complesso. I decisori hanno difficoltà a comprendere come stanno veramente le cose: in uno studio dell’Istituto Pasteur di Lille finanziato dal National Cancer Institute, però, i ricercatori hanno esaminato l’aerosol derivante da sigarette elettroniche, device a tabacco riscaldato e tabacco combusto. Fatto 100 il danno causato dalle sigarette tradizionali, quello causato dalle eCig era pari a 1 mentre il danno da tabacco riscaldato è risultato pari a 23 (2). È essenziale che, riconosciuta a monte la valenza di questi strumenti in termini di riduzione del danno da fumo, al diverso impatto sulla salute di tali prodotti corrisponda un trattamento regolatorio e fiscale proporzionale, al fine di supportare gli obiettivi di salute pubblica nazionali ed europei in modo equilibrato.
A intervenire durante il confronto anche il professor Pietro Paganini – Presidente di Competere, che ha presentato lo studio “Percezione e utilizzo della sigaretta elettronica fra i consumatori italiani”.
I consumatori hanno raggiunto un elevato livello di consapevolezza in tema di sigarette elettroniche, considerandole a pieno titolo potenziali strumenti di riduzione del danno da tabacco combusto. Un italiano su 3 utilizza l’eCig come strumento di parziale disassuefazione dal fumo e ben 1 su 4 per smettere di fumare del tutto (3). Dati che fanno riflettere sul potenziale contributo dell’eCig alla lotta al tabagismo. Le istituzioni nazionali ed europee dovrebbero considerare tali dati per elaborare regole che ne incentivino l’utilizzo rispetto alle sigarette tradizionali.
Il professor Lamberto Manzoli, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Ferrara ha dichiarato:
La ricerca scientifica ha prodotto oramai studi affidabili e di qualità sugli effetti del vaping sulla salute umana e due dati risultano chiari: il vaping rappresenta un’alternativa meno dannosa al tabacco combusto e la sigaretta elettronica e l’uso esclusivo delle eCig è utile per mantenere i fumatori lontani dall’utilizzo delle sigarette.
aggiungendo anche:
La ricerca scientifica non deve mai arrestarsi su questo tema ma le autorità nazionali ed europee dovrebbero prendere in considerazione i dati disponibili ad oggi per considerare una legislazione che tenga conto delle caratteristiche peculiari di tale prodotto
L’On. Aldo Patriciello, membro della Commissione ENVI (Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare) al Parlamento Europeo, ha rimarcato il ritardo della commissione Europea ad inserire le sigarette elettroniche fra i possibili strumenti di riduzione del danno:
Nonostante gli sforzi profusi per accreditare presso le Istituzioni Europee la sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno da tabacco, il piano della Commissione Ue per contrastare la diffusione del cancro su scala europea è recentemente andato nella direzione opposta, non inserendo le eCig tra i possibili strumenti di contrasto ai tumori fumo-correlati: un’occasione persa per la salute pubblica. È necessario avviare un dibattito che favorisca l’adozione di un rigoroso approccio scientifico da parte delle istituzioni europee, affinché la riduzione del danno sia riconosciuta quale strumento di contrasto al fumo e affinché la regolamentazione e la fiscalità dei diversi prodotti a potenziale rischio ridotto, come eCig e tabacco riscaldato, si basino sul differente impatto sulla salute umana riconosciuto scientificamente da organizzazioni della salute pubblica per ciascuna categoria.
Bibliografia
McNeill A, Brose LS, Calder R, Hitchman SC - UK Centre for Tobacco & Alcohol Studies - E-cigarettes: an evidence update. A report commissioned by Public Health England - August 2015 PHE number: 2015260 LINK
Dusatoir R. et al - Comparison of the chemical composition of aerosols from heated tobacco products, electronic cigarettes and tobacco cigarettes and their toxic impacts on the human bronchial epithelial BEAS-2B cells - Journal of Hazardous Materials Volume 401, 5 January 2021,123417 LINK
Gravely S. et al - European adult smokers' perceptions of the harmfulness of e-cigarettes relative to combustible cigarettes: cohort findings from the 2016 and 2018 EUREST-PLUS ITC Europe Surveys - European Journal of Public Health Vol. 30, issue suppl. 3 p.38-45, july 202 LINK