Libri, il racconto della pandemia dalla prima linea
“Sarà difficile dimenticare l’anno 2020, l’anno della pandemia, l’anno in cui sono accadute cose che non avremmo mai immaginato e alle quali non eravamo pronti.” Inizia così la presentazione del libro “L’esperienza di ASST Rhodense durante la pandemia da SARS-CoV-2” a cura dei medici Martino Trapani e Ginevra Squassabia. Il libro è scaricabile gratuitamente qui
Il libro presentato recentemente a Milano, come spiegano gli autori: “Vuole raccontare chi siamo e ha l’obiettivo di condividere ciò che è stato fatto per far fronte all’emergenza sanitaria causata da COVID 19.”
Ida Ramponi, direttore generale dell’ASST Rhodense nel periodo di emergenza sanitaria e oggi ai vertici dell’Asst Crema, ha detto:
E’ stato un momento difficile e ancora oggi dico grazie ai tutti i professionisti, quasi 4000, che ogni giorno, con passione, serietà, impegno e sacrificio in un periodo lunghissimo di difficoltà hanno risposto ai bisogni dei cittadini.”
Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, aggiunge:
Libri come questo sono importanti perché fanno conoscere il lavoro duro di chi si è trovato a fronteggiare uno tsunami e ha dovuto rapidamente adeguarsi alla situazione. Con i mezzi a disposizione, in poco tempo, si è dovuto riorganizzare radicalmente il lavoro e attrezzare i luoghi di cura per fronteggiare un nemico veramente insidioso in quanto del tutto invisibile.”
Le criticità emerse e le indicazioni per il futuro
Il libro contiene anche importanti riflessioni sull’organizzazione dell’assistenza. Il Covid ha fatto emergere alcune criticità organizzative e strutturali. Dal punto di vista tecnologico ci si è resi conto di quanto sia necessario avere a disposizione macchinari efficienti e facilmente utilizzabili.
Abbiamo compreso, scrivono gli autori, che è necessario disporre di tecnologie avanzate capaci di gestire gli elevati flussi di dati, garantire modalità di lavoro agile e capaci di attuare la telemedicina. Questa esperienza ci ha messo a dura prova, ma ci ha anche spinto a riflessioni sul futuro. Tra queste riflessioni, una riguarda il ruolo dell’Ospedale e quello del territorio. L’ospedale dovrà essere in grado di rispondere al meglio alle esigenze dei pazienti e dovrà porre molta attenzione ai pazienti fragili e ad alto rischio ricoverati in acuto, che spesso devono poi essere trasferiti in strutture capaci di gestire la fase intermedia.
Occorre perciò investire in strutture che garantiscano la continuità di cure intermedie, realizzando unità ad hoc o riconvertendo altre strutture destinati ad altri usi. Per garantire una continuità assistenziale a tutti i pazienti è necessario inoltre rinforzare il rapporto e la collaborazione con i medici del territorio. E sarà necessario investire sulle risorse umane, che hanno rappresentato la vera forza e la risorsa preziosa capace di affrontare la pandemia.
L’ospedale del futuro dovrà essere in grado di “trasformarsi” e di garantire lo svolgimento delle quotidiane attività operative al fine di proteggere la salute degli utenti la normale operatività e di proteggere la salute degli utenti, anche al mutare delle esigenze sociali, economiche, ambientali ed epidemiologiche del contesto in cui è inserito. Le tecnologie digitali possono fare la differenza in tutte le fasi di prevenzione, accesso, cura e assistenza dei pazienti, per aiutare il personale sanitario nelle decisioni cliniche e le strutture sanitarie nella continuità di cura e nell’operatività.