Skip to content
infarto

Sicuri al cuore, la campagna dei cardiologi per contrastare i ritardi nelle cure

  • Alessandro Visca
  • Sanità

“Numerosi studi nazionali e internazionali hanno documentato drammatici ritardi nel chiedere soccorso in caso di infarto acuto, associati ad un netto aumento di mortalità e complicanze. L’infarto, più di altre malattie cardiovascolari è una patologia strettamente tempo-dipendente. Per ogni 10 minuti di ritardo nella diagnosi e nel trattamento, la mortalità aumenta del 3%”. Così Giuseppe Tarantini, Presidente del GISE, (Società Italiana di Cardiologia Interventistica) sintetizza i motivi alla base di “Sicuri al cuore”, la prima campagna nazionale per riportare in ospedale i pazienti cardiovascolari spaventati dal contagio da Covid-19.

L’iniziativa, resa possibile grazie a un contributo non condizionato di Chiesi, prevede una piattaforma dedicata, uno spot che vede testimonial l’attore Claudio Amendola, un video-appello del campione olimpico e mondiale di pugilato Patrizio Oliva, alcune clip della società scientifica per spiegare l’attività nei reparti in era Covid-19 e un appuntamento virtuale per i pazienti.

“In caso di dolore al petto o affanno del respiro occorre chiamare subito il 118. – ricorda Tarantini – Le procedure urgenti vengono effettuate giorno e notte, in tutti i centri di riferimento per il trattamento invasivo delle patologie cardiovascolari. L’ospedale resta luogo di cura e al suo interno viene presa ogni misura necessaria per la prevenzione delle infezioni, proteggendo i pazienti e gli operatori, mediante dettagliati protocolli di sicurezza”.

“Il cuore non aspetta – spiega Francesco Saia, Cardiologia Policlinico Universitario Sant’Orsola Malpighi Bologna e coordinatore della campagna – e la nostra iniziativa contro la paura del contagio ospedaliero serve a contrastare, con l’aumento degli interventi tardivi, mortalità e complicanze. Gli accessi cardiologici in Ospedale sono scesi mediamente del 40%, sono diminuiti fortemente i ricoveri per infarto acuto e le procedure di Cardiologia Interventistica strutturale transcatetere hanno registrato un crollo del 70%. Dalla primavera 2020 abbiamo avuto, a livello nazionale, una contrazione di tutti i trattamenti delle malattie ischemiche del cuore (infarto acuto del miocardio e angina pectoris) e delle malattie cardiache strutturali (stenosi aortica, insufficienza mitralica, fibrillazione atriale e scompenso cardiaco). I dati riferiscono di morti per infarto triplicate, rispetto allo scorso anno, e di complicanze raddoppiate”.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.