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terapie digitali

Terapie digitali, nuove opportunità per il medico di famiglia

  • Silvia Pogliaghi
  • Sanità

Non vanno confuse con la miriade di tecnologie, sistemi e piattaforme, che si occupano di benessere e stili di vita e che non hanno finalità terapeutiche dirette e nemmeno con i software o hardware che permettono di ottenere misurazioni utili per la salute. Le Terapie digitali o Digital Therapeutics (DTx) sono tecnologie che forniscono interventi terapeutici basati su prove di efficacia rigorosissime, con sperimentazioni e percorsi regolatori al pari di quelli dei farmaci. Controllate con studi randomizzati le DTx hanno come principio attivo un software e indicazioni per prevenire, gestire o trattare un disturbo medico o una patologia e sono terapie prescrivibili e rimborsabili.

Prospettive di crescita per le Terapie Digitali

Nuove stime prevedono che il valore di mercato delle DTx possa raggiungere a livello globale i 56 miliardi nel 2025.

In Italia ancora non esistono, ma diversi paesi europei le hanno già introdotte. Negli Stati Uniti sono utilizzate da tempo e, in Europa, è la Germania il Paese più avanzato in questo ambito; DTx sono presenti anche in Francia; inoltre, come Paese extra UE anche il Regno Unito ha iniziato a effettuare valutazioni sulle terapie digitali e a rimborsarne alcune.

Gli effetti benefici che potrebbero portare le DTx sono anche riferiti alla sostenibilità del nostro SSN: con i miglioramenti degli esiti per lo più per le patologie croniche, per le quali potrebbero essere proposte, sia in associazione a terapie tradizionali, sia in alternativa, così da avere una riduzione complessiva dei costi sociali e sanitari.

Saranno possibili, a breve, delle applicazioni in Italia?

In Italia un particolare e specifico settore di interesse per l’applicazione e il rimborso delle DTx è rappresentato dai Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) nell’ambito del Piano Nazionale e dei Piani Regionali sulla Cronicità. Di seguito vengono riportate 5 patologie croniche di cui è stato definito il PDTA nell’ambito del Piano Nazionale della Cronicità (PNC) e che possono rappresentare delle aree test per l’implementazione, la valutazione e il rimborso delle DTx:

  • Diabete;
  • Bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO);
  • Scompenso cardiaco;
  • Tumore della mammella;
  • Tumore del colon-retto.

La visione del Medico di Medicina Generale 

«Con le terapie digitali il medico di medicina generale si trova davanti ad un tema di confine, uno strumento del tutto nuovo, diverso, che potrebbe entrare presto nell’armamentario terapeutico, di cui tuttavia, non sa nulla e ne è diffidente. Che fare quindi? –si chiede Ovidio Brignoli, Vice presidente di SIMG Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie.

Le terapie digitali, – aggiunge Brignoli – ove sono state inserite hanno dato evidenze di efficacia in relazione a determinate patologie croniche e, come noi sappiamo, il malato cronico ha come riferimento principale il medico di medicina generale, quindi, diventa fondamentale che il MMG conosca le DTx e si alfabetizzi in tal senso. Ritengo anche sia molto opportuno che per la prima volta la medicina generale possa essere coinvolta nelle sperimentazioni cliniche, e dico questo con atteggiamento da valutazione storica; ritengo inoltre che dovrebbe essere ripreso anche il tema della dematerializzazione e della gestione a distanza.”

“Penso che la medicina di quest’epoca –rimarca Brignoli –  non possa fare a meno di alcune acquisizioni in ambito strumentale: l’ecografia ad esempio, non intesa come visione specialistica, ma come un ‘prolungamento’ delle proprie mani, come complemento diagnostico immediato all’interno dello studio. La tecnologia e la diagnostica insieme; come potrebbe essere per le terapie digitali; poiché il ruolo del MMG è proprio questo: utilizzare le mani, i farmaci e gli strumenti disponibili per costruire un rapporto con le persone che gli si affidano e deve perciò avvalersi di tutto quello che viene offerto da una tecnologia che segue un percorso di validazione e che richiama le normative medico-legali, la riservatezza e la privacy.”

“Per quanto riguarda il tema della formazione, vorrei – si auspica Ovidio Brignoli – che per i giovani medici che frequentano il tirocinio teorico-pratico, le terapie digitali possano diventare un capitolo specifico di formazione, percorso che possa essere fatto prima dell’abilitazione alla professione, nell’ottica di una visione non solo ospedaliera, ma come un percorso condiviso tra il paziente con un problema e il medico professionista che lo accompagna. Come coordinatore della formazione dei giovani medici per la SIMG – conclude Ovidio Brignoli – credo che inserirò il tema delle terapie digitali come seminario di formazione».

La visione del Paziente Esperto

«Il paziente oggi, ha un ruolo diverso da quello di qualche anno fa – afferma Sabrina Grigolo di Accademia del Paziente Esperto, Eupati Onlus. – Oggi il paziente è attivo e diventa, in alcune situazioni, un vero e proprio partner in co-progettazione e, quindi, non può più essere considerato solo ‘l’utilizzatore finale’. Il termine ‘partner’ si ripete spesso, ad esempio, nei processi di ricerca e sviluppo su nuovi farmaci e nuove tecnologie come ad esempio le DTx».

«Il paziente/caregiver è partner sin dall’inizio del processo di R&S – continua Sabrina Grigolo – ed è, quindi, importante, in questa fase, coinvolgere gli stessi pazienti per mettere in luce quei bisogni che spesso, dai clinici, non vengono visti o considerati, poiché i clinici non sono al nostro fianco nella nostra quotidianità. Capita infatti spesso, che noi pazienti o caregiver, anche in questo ruolo, cerchiamo informazioni; studiamo la malattia e ci sentiamo più attivi, più ‘ingaggiati’, anche se il termine engagement completa il significato molto più della sua traduzione italiana».

«Per quanto riguarda la formazione digitale del paziente, – afferma ancora Sabrina Grigolo – avendo noi quasi tutti ormai uno smart-phone o un tablet in mano, ed avendo imparato molto, anche nel periodo di emergenza da Covid-19, penso che non sarà difficile acquisire le competenze digitali delle DTx tanto più l’approccio alle stesse potrà essere “pragmatico” e “patient centered”, poiché queste competenze sono parte integrante della prescrizione».

«Inoltre, – continua Grigolo – sarà fondamentale avere degli interlocutori capaci di interagire con le istituzioni e con il mondo della ricerca. Come paziente/caregiver, – continua Sabrina Grigolo – anche grazie ai percorsi formativi specifici come quelli offerti da Accademia del Paziente Esperto EUPATI Onlus acquisisco un bagaglio culturale che è anche scientifico e quindi entro in relazione win-win con il mio interlocutore. Altro discorso è il tema della privacy che deve essere sempre garantita».

Terapie digitali opportunità per l’Italia

«Nell’elaborazione del testo Monografico di Tendenze Nuove «Terapie Digitali, Opportunità per l’Italia» pubblicato lo scorso 13 gennaio al quale ho portato il mio contributo, -sottolinea Sabrina Grigolo – abbiamo dato enfasi, sia come pazienti sia come caregiver all’importanza della riservatezza dei dati, su come vengono gestiti, archiviati etc.; quindi alla necessità della trasparenza e alla consapevolezza di cosa facciamo quando inseriamo i nostri dati su supporti di qualsiasi tipo».

«Avere dei pazienti e dei caregiver esperti credo sia davvero importante – conclude Sabrina Grigolo – perché lavorare insieme, collaborare e confrontarci sui percorsi e sul trattamento sanitario, non è soltanto un diritto/dovere, ma anche un’opportunità che ci viene data. Quindi l’invito è quello di formarsi, di imparare sempre e recepire quelle competenze che ci permettono di portare la voce della nostra esperienza, laddove si prendono decisioni, dove si fa ricerca e dove si fanno anche le scelte terapeutiche».

Pogliaghi
Silvia Pogliaghi

Giornalista scientifica, specializzata su ICT in sanità.