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Rinite

Allergie alle graminacee, come intervenire non solo sui sintomi

Piante erbacee, annue o perenni, con fiori riuniti in spighe o pannocchie terminali, generi di piante spontanee e coltivate (cereali), talvolta infestanti. Sono diverse le specie vegetali riunite nella famiglia delle graminacee e tutte hanno in comune la capacità di indurre allergie respiratorie in una fascia consistente della popolazione italiana. Così, come ogni anno, con l’arrivo della primavera – periodo di pollinazione di queste piante – scatta l’allarme per le persone sensibili. Senza dimenticare la seconda fioritura, concentrata verso la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.

Nonostante la grande diffusione allergie alle graminacee si segnala una carenza di informazione su questa condizione e sulle terapie più efficaci, come l’Immunoterapia Allergene Specifica (AIT), l’unica in grado di cambiare il corso naturale della malattia. È per questo motivo che ha preso il via la campagna di informazione “Eccì Graminacee”, patrocinata dall’associazione Respiriamo Insieme, con il contributo non condizionante di ALK-Abellò S.p.A.. La campagna è veicolata tramite una pagina Facebook e una pagina Instagram.

Samuele Burastero, ricercatore allergologo dell’Ospedale San Raffaele di Milano, nel corso della conferenza stampa di presentazione della campagna ha spiegato:

La maggior parte dei pazienti diventano sintomatici all’allergia alle graminacee nella seconda infanzia cioè tra gli 11 ed i 17 anni, ma si può sviluppare per la prima volta una allergia sintomatica anche nell’età adulta fino ai 40 anni e oltre. La frequenza è equivalente tra maschi e femmine senza una distinzione particolare, mentre l’ereditarietà per questo tipo di allergie è accentuata rispetto ad altri allergeni: chi è allergico alle graminacee tende ad avere figli con la stessa allergia”.

Un percorso lungo per arrivare a una terapia risolutiva

La grande difficoltà che viene segnalata è nel tortuoso percorso diagnostico e terapeutico, che spesso inizia in tenera età e in farmacia, come spiega Burastero:

Se i genitori non hanno questo tipo di esperienza, si recano dal farmacista, che generalmente propone l’antistaminico da banco che viene utilizzato anche per più stagioni: inizia così il cammino del paziente che dura spesso molti anni. Il paziente, dopo l’automedicazione, si reca dal medico di Medicina generale che spesso non dà molta importanza a questo tipo di disturbi, a meno che non ci sia asma. Spesso, purtroppo solo in ultima istanza, il paziente arriva dall’allergologo, dove trova una valutazione più puntuale della sua allergia e una conseguente indicazione terapeutica, mirata a superare la semplice gestione occasionale dei sintomi con gli antistaminici, introducendo, quando è indicato, l’Immunoterapia Allergene Specifica.”

Quest’ultima è attualmente l’unico intervento terapeutico in grado di intervenire non solo sui sintomi, ma anche sui meccanismi eziopatogenici. La cura si bassa essenzialmente sulla somministrazione, per un tempo non inferiore a tre e fino a cinque anni, di una dose crescente e controllata di estratti dell’allergene in questione, fino alla completa desensibilizzazione. Terminato questo ciclo, l’AIT fornisce una protezione per una fase che può arrivare a superare i 10 anni. Conclude Burastero:

L’AIT per allergia alle graminacee rappresenta sicuramente una soluzione efficace per gestire i pazienti con questo tipo di allergia. Si tratta di una terapia rimborsata in tutta Italia, sicura, senza effetti collaterali, non incompatibile con l’uso dei farmaci sintomatici, in grado di dare risultati già entro tre, quattro mesi dall’inizio della terapia, con una modalità di somministrazione sublinguale giornaliera per almeno tre anni.”

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico