Ambiente. L’amianto in Italia provoca ancora 4400 morti l’anno
Sono stati in media 4.410 l’anno i decessi in Italia attribuibili all’esposizione all’amianto tra il 2010 e il 2016. Di questi 1.515 sono stati i decessi per mesotelioma maligno, 58 per asbestosi, 2.830 per tumore polmonare e 16 per tumore ovarico. Questi i dati, elaborati dall’Istat, presentati al convegno “Amianto e Salute: priorità e prospettive nel trentennale del bando in Italia”, organizzato dal ministero della Salute.
Lucia Fazzo, del dipartimento Ambiente e salute dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), ha precisato:
Nel periodo 2010-16 ci sono stati in Italia 7.670 decessi per mesotelioma, dei quali 2.947 tra le donne, con un tasso pari a 3,8 per 100.000 tra gli uomini e 1,1 per 100.000 tra le donne: tassi abbastanza elevati a livello mondiale. Le regioni con un tasso più elevato di quello nazionale si confermano Liguria, Piemonte, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia».
Mariano Alessi, dirigente presso la direzione generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, ha aggiunto:
Nel 1992, anno di entrata in vigore della legge 257/92, che mise al bando l’uso dell’amianto in Italia, si partiva da oltre 31 milioni di tonnellate di amianto da rimuovere in Italia. Da allora ne sono state rimosse 8 milioni e rimangono 23 milioni di tonnellate da rimuovere, soprattutto rappresentate dal compatto».
«Per rimuovere 23 tonnellate di amianto in 10 anni – ha aggiunto Alessi – servirebbero 173.000 bonificatori; in 30 anni 57.000 bonificatori. Attualmente i bonificatori sono 29.000. Numeri che mostrano una carenza di risorse umane e finanziarie».
Secondo il ministro della Salute Roberto Speranza:
serve sintonia inter-istituzionale, non basta il governo nazionale, abbiamo bisogno di una rete con le regioni, con i comuni e le istituzioni della ricerca. La strategia di fondo che deve accompagnare le politiche sanitarie future è One health, ovvero deve considerare la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente come un’unica cosa».
Nel convegno si è ricordato che l’Italia è stata tra i primi Paesi in Europa a vietare l’utilizzo e la produzione dell’amianto con la legge 257 del 1992. Nel nostro paese è stata realizzata una mappa nazionale dei siti contaminati da amianto, attivato un piano di sorveglianza epidemiologica nazionale della mortalità per mesotelioma. Inoltre è attivo dal 2002 il Registro Nazionale Mesoteliomi (ReNaM) ed è operativo dal 2008 il Programma nazionale di qualificazione per i laboratori che eseguono le analisi per la determinazione dell’amianto su tutto il territorio nazionale.