Skip to content
medico paziente studio

Certificato oncologico introduttivo, iter semplificato per l’invalidità

  • Silvia Pogliaghi
  • Sanità
  • Per semplificare l’iter che porta alla visita per l’accertamento di invalidità dei malati oncologici è stato creato il Certificato oncologico introduttivo, già sperimentato in diverse regioni italiane.
  • Inps e Agenas hanno annunciato l’accordo per un protocollo operativo che rende il certificato uno strumento utilizzabile su tutto il territorio nazionale.
  • Le associazioni dei pazienti sottolineano che una corretta compilazione del certificato introduttivo è alla base di una corretta valutazione dello stato di disabilità.
  • È fondamentale, il riferimento alla Legge 80 del 2006 che prevede per le patologie oncologiche una corsia preferenziale accelerata per l’accertamento dell’invalidità.
  • Anche il caregiver lavoratore ottiene il diritto ad usufruire dei permessi della legge 104.

L’obiettivo dell’accordo tra Inps e Agenas è l’attuazione di modalità uniformi e semplici per le procedure di accertamento delle disabilità oncologiche. Il Certificato Oncologico Telematico Introduttivo, potrà quindi essere emesso direttamente e immediatamente da chi fa la diagnosi. Tale certificato è alla base del riconoscimento dell’invalidità civile e dei diritti civili, economici e di tutela del lavoro per i malati oncologici. Con questa innovazione si consentirà ai malati oncologici di vedere riconosciuto immediatamente il diritto alla prestazione di invalidità, senza ulteriori accertamenti in tutto il territorio nazionale.

Nel corso dell’evento in cui è stato illustrato il progetto Buone pratiche per i diritti dei pazienti oncologici – Il certificato introduttivo il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha affermato:

Una buona pratica che diventa strutturale è ancora più importante se, come nel caso del Certificato oncologico introduttivo, permette una valida semplificazione nella vita delle persone più fragili. Grazie alla collaborazione tra Agenas e Inps è oggi possibile allargare e implementare a livello nazionale una sperimentazione realizzata in alcune regioni dall’Istituto, portando indubbi vantaggi nei servizi ai cittadini. È un passo avanti e fondamentale nel perimetro della nostra missione sociale come Istituto al servizio dei cittadini e del Paese, oltre a rappresentare un ulteriore tassello nell’ambito delle strategie di innovazione di Inps, sempre più mirate a migliorare l’accessibilità delle prestazioni e che, nell’ambito sanitario, potrebbe avere una straordinaria evoluzione con l’accesso ai dati del fascicolo elettronico sanitario”.

Riduzione dei tempi tra la diagnosi e l’accertamento

La riduzione dei tempi di latenza tra la diagnosi e l’accertamento è uno dei vantaggi per i malati oncologici che potranno così ottenere la visita medico legale di Inps per l’accertamento della disabilità oncologica in 15 giorni dalla domanda. Altri vantaggi sono: esaustività ed appropriatezza delle informazioni cliniche per l’accertamento delle commissioni da remoto (ex art. 29, c. 3 L. 120/2020), nessun onere per il paziente e pronta fruibilità organizzativa e gestionale. Quest’ultimo punto risulta essere utile nel ridurre ricorsi e contenziosi.

il Direttore Generale dell’Agenas, Domenico Mantoan, ha sottolineato:

Grazie a questa occasione di confronto emergono la fattibilità e i vantaggi di esperienze pilota innovative che facilitano i pazienti e la comunicazione tra parti del sistema di welfare. Su queste basi, continueremo a lavorare in modo congiunto con l’INPS e insieme alle Regioni per la definizione di un protocollo nazionale che individui i criteri generali per l’attuazione uniforme; spetterà poi alle Regioni e Province autonome l’attuazione nei propri ambiti. Sarà importante il coinvolgimento del mondo professionale e la messa a disposizione di mezzi e di formazione per i Medici certificatori”.

I pazienti oncologici sottolineano l’importanza di una corretta compilazione del certificato

Elisabetta Iannelli, Segretario Generale FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) afferma: “FAVO collabora con INPS da quasi venti anni e su questo argomento, a partire dal 2010 la sinergia con INPS, con il contributo degli oncologi medici di AIOM, ha portato alla progettazione prototipale del Certificato Introduttivo Oncologico, utilizzato poi come modello anche per altre patologie.

“Dal 2010, dunque, la procedura per il riconoscimento, da parte dell’INPS, della disabilità si è telematizzata, e lo strumento del certificato oncologico introduttivo è stato utilizzato prevalentemente dai Medici di Medicina Generale e un po’ meno da parte degli specialisti. La procedura di accertamento dell’invalidità si avvia, di fatto, con il Certificato Introduttivo Oncologico che è, spesso, l’elemento documentale principale sul quale si basa la valutazione medico legale.

“Pertanto, è molto importante che i medici certificatori lo compilino correttamente e compiutamente. Negli ultimi due anni, infatti, a causa della pandemia di COVID le commissioni per l’accertamento della disabilità non hanno visitato i pazienti in presenza, per evidenti ragioni, ma si sono basate interamente sui documenti. Ciò significa che la valutazione delle condizioni di disabilità e handicap si è fondata proprio sul Certificato Introduttivo e sugli altri documenti che potevano essere allegati successivamente”.

Aggiunge Iannelli:

Una corretta compilazione del certificato Introduttivo è alla base di una corretta valutazione dello stato di disabilità; viceversa, omissioni od errori comportano la necessità di completare la documentazione; oppure, una valutazione errata può essere causa di contenziosi che sarebbero evitabili e che invece comportano allungamento di tempi e costi aggiuntivi, sia per il cittadino che per l’amministrazione.

“È fondamentale, nel Certificato Introduttivo Oncologico, il riferimento alla Legge 80 del 2006. Infatti, per le patologie oncologiche è prevista da questa norma una corsia preferenziale accelerata per l’accertamento dell’invalidità, entro 15 giorni dalla domanda. Se il medico certificatore non segnala che si tratta di patologia oncologica, il malato verrà chiamato a visita quando possibile, con una tempistica che potrebbe essere inadeguata all’urgenza del caso.”

“Nell’accertamento della disabilità oncologica, in correlazione alle fasi di malattia e di terapia, poiché anche i trattamenti antitumorali sono invasivi ed invalidanti, il grado di invalidità spesso arriva al 100 % e con handicap grave, anche se per periodi di tempo limitati.  Il corretto riconoscimento della disabilità oncologica – conclude Elisabetta Iannelli – comporta per il paziente il diritto a fruire di benefici di tipo economico (assegni o pensioni di inabilità, riduzioni di imposte); se lavoratore, può avere congedi retribuiti, per potersi curare senza perdere retribuzione e senza perdere il lavoro, che si aggiungono alle normali assenze per malattia. Anche il caregiver lavoratore ottiene il diritto ad usufruire dei permessi della legge 104, il che è un importante aiuto poiché la malattia oncologica, come tutti sappiamo, impatta sull’intero nucleo famigliare”.

La voce del Medico di Medicina Generale

Secondo Ovidio Brignoli, Vicepresidente nazionale di SIMG (Società Italiana Medicina Generale)

Un Medico di medicina generale ha nel suo ‘pacchetto’ circa 120 neoplastici, circa l’8-10 % della popolazione. – Afferma . Sono pazienti oncologici con neoplasie che non hanno la stessa gravità; ma quando al paziente viene riferita una diagnosi di neoplasia la prima richiesta che fa è quella che gli venga riconosciuta la sua invalidità; quindi il Certificato Introduttivo che il medico di medicina generale deve emettere è riferito a questi numeri.”

“Premettendo che tutto ciò che va a vantaggio del paziente ci vede in ogni modo interessati – aggiunge Brignoli -, devo constatare che su un argomento così importante, ai due stakeholder come Agenas e Inps è mancata la voce del Medico di Medicina Generale. Lo stesso discorso vale per il certificato per la riammissione scolastica, vale per il green pass dei pazienti e vale per l’assistenza domiciliare integrata. Ci auspichiamo che  a partire dal 2022, le decisioni che vengono prese e che vedono in prima battuta i professionisti, gli stessi possano essere coinvolti nelle scelte fin dall’inizio”.

Pogliaghi
Silvia Pogliaghi

Giornalista scientifica, specializzata su ICT in sanità.