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anziana lettura

Demenze, il declino cognitivo lieve è reversibile?

Nel futuro delle persone con declino cognitivo lieve non c’è per forza una demenza. È quanto emerge da uno studio da poco pubblicato sulla rivista Neurology, che ha verificato come in una coorte di donne anziane con declino cognitivo lieve (MCI Mild Cognitive Impairment) un terzo delle partecipanti è tornata a funzioni cognitive normali durante il follow-up. I ricercatori hanno anche identificato i fattori che sembrano favorire la regressione dal declino cognitivo invece dello sviluppo della demenza.

Uno studio su una coorte con un alto grado di istruzione

La ricerca si basa sui dati raccolti dal Nun Study, uno studio longitudinale sull’invecchiamento e le funzioni cognitive di un gruppo di circa 600 suore di una congregazione americana (School Sisters of Notre Dame). Alla partenza dello studio, nel 1991, le partecipanti avevano tutte ≥ 75 anni, circa il 14,5% aveva più di 90 anni. Tutte le partecipanti avevano un alto grado di istruzione, con l’84,5% che aveva conseguito un diploma o una laurea. Si trattava anche di un gruppo omogeneo per quanto riguarda altri fattori che possono influire sullo stato cognitivo (status socioeconomico, storia coniugale e riproduttiva, consumo di alcol e tabacco).

I ricercatori hanno verificato le funzioni cognitive al basale e poi ogni anno fino alla morte oppure alla fine del 12° ciclo di valutazioni, utilizzando 5 parametri (richiamo delle parole ritardato, fluenza verbale, Boston Naming, prassi costruttiva e Mini-mental State).

Il 30% delle partecipanti è passata da MCI a funzioni cognitive normali

I risultati dei test hanno mostrato che 472 delle 619 partecipanti avevano segni di MCI durante il periodo di studio. Di queste 472 partecipanti con MCI, 143 (30,3%) hanno avuto almeno una transizione da MCI a funzioni normali e 120 delle 143 (83,9%) non hanno mai sviluppato demenza durante un follow-up medio di 8,6 anni.

Secondo Suzanne Tyas, professore associato della School of Public Health Sciences, all’Università of Waterloo, Ontario, Canada questi dati mostrano che il recupero della capacità cognitive dalla MCI può avvenire non raramente. Tyas osserva:

Questo dato è incoraggiante perché alcune persone pensano che se hanno una diagnosi di MCI, inevitabilmente finiranno per sviluppare una demenza”

Alto grado di istruzione e capacità linguistiche sembrano proteggere dalla demenza

I ricercatori hanno anche considerato i diversi fattori associati ai tassi relativi (RR) di reversione da MCI a capacità cognitive normali. Oltre all’età più giovane e all’assenza dell’allele APOE-ɛ4 (fattore genetico che predispone alle demenze) un ruolo importante è stato giocato dal livello di istruzione più elevato, l’indicatore tradizionale della cosiddetta “riserva cognitiva”.

Un aspetto interessante di questa ricerca è che i ricercatori hanno potuto disporre anche dei risultati scolastici delle suore in gioventù e hanno trovato un’associazione significativa della capacità di recupero dal declino cognitivo lieve con buoni voti nell’inglese delle scuole superiori, ma non in altre materie

Inoltre, hanno riscontrato che due caratteristiche delle abilità linguistiche scritte (densità dell’idea e complessità grammaticale) erano predittori significativi della possibilità di conversione da MCI a capacità cognitive normali.

Conferma Tyas:

Le partecipanti allo studio con alti livelli di densità di idee avevano quattro volte più probabilità di migliorare la cognizione normale rispetto a progredire verso la demenza, e l’effetto era ancora più forte per la struttura grammaticale.”

Infine, secondo gli autori dello studio, questi risultati potrebbero essere utili quando si pianificano studi clinici e precisano:

L’MCI in alcune persone migliorerà anche senza alcun trattamento, e questo dovrebbe essere preso in considerazione quando si reclutano partecipanti a uno studio e quando si interpretano i risultati.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.