Dieta sana, perché è meglio differenziare le fonti di proteine
Differenziare gli alimenti da cui si assumono le proteine nell’alimentazione abituale, può essere una strategia valida per prevenire l’ipertensione. È questa l’indicazione che emerge da un nuovo studio cinese se condotto su un’ampia popolazione (12 mila persone) nell’arco di 6 anni.
Lo studio, pubblicato sulla rivista dei cardiologi americani Hypertension ha utilizzato le informazioni raccolte con China Health and Nutrition Survey un’indagine che ha raccolto di informazioni sulla dieta quotidiana nell’arco delle 24 ore per tre giorni settimana in diversi cicli di indagine dal 1997 al 2015.
I ricercatori si sono concentrati sulle fonti di proteine e hanno identificato 8 tipi di alimenti (carne rossa trasformata e non, pollame, pesce, uova e legumi e cereali integrali o raffinati) attribuendo ad ognuno di questi alimenti un punteggio e confrontandoli poi con il rischio di insorgenza di ipertensione.
Nel corso di circa 6 anni (follow up medio) oltre il 35% dei partecipanti allo studio ha sviluppato ipertensione (con valori superiori alle soglie di 90 mmHg di pressione diastolica e 140 mmHg di pressione sistolica). Si è riscontrato che i soggetti classificati nel gruppo con il punteggio più alto per varietà di cibi con valore proteico avevano un rischio di sviluppare ipertensione più basso del 66% rispetto a quelli con la minore varietà.
Gli autori dello studio concludono:
In sintesi, c’è un’associazione inversa tra la varietà di proteine con quantità appropriate da diverse fonti alimentari e l’ipertensione di nuova insorgenza.”
Un’altra indicazione interessante presente in questo studio è che il confronto tra rischio di ipertensione e quantità di ogni singola fonte di proteine assunte con la dieta abituale mostra un andamento statistico tale per cui si può dire per ogni tipo di proteina esiste una finestra di consumo (livello adeguato) in cui il rischio di ipertensione è inferiore.