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Long Covid

Il Long Covid sembra meno probabile con la variante Omicron

Con la variante Omicron del SARS-CoV-2 sembra meno probabile che il Covid-19 si prolunghi nella sindrome definita Long Covid. Lo ipotizzano i ricercatori del King’s College di Londra, che hanno confrontato le sequele della malattia causata dalla variante Omicron con quelle della variante Delta. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet lo scorso 16 giugno.

In uno studio osservazionale caso-controllo, i ricercatori utilizzando i dati raccolti dall’app COVID Symptom Study hanno confrontato i dati di 56.003 casi di Covid-19 in soggetti adulti nel Regno Unito, risultati positivi per la prima volta tra il 20 dicembre 2021 e il 9 marzo 2022, quando Omicron era il ceppo dominante con 41.361 casi risultati positivi per la prima volta tra il 1 giugno 2021 e il 27 novembre 2021, quando la variante Delta era dominante.

Il Long Covid viene definito dalle linee guida NICE (National Institute for Health and Care Excellence) come una sindrome con sintomi legati al Covid-19 nuovi o persistenti per quattro settimane o più dopo l’inizio della malattia. I sintomi includono affaticamento, mancanza di respiro, perdita di concentrazione e dolore articolare. I sintomi possono influenzare negativamente le attività quotidiane e in alcuni casi possono essere gravemente limitanti

I ricercatori hanno scoperto che le probabilità di sperimentare li Long Covid erano tra il 20 e il 50% in meno con la variante Omicron rispetto alla Delta, a seconda dell’età e del tempo trascorso dalla vaccinazione. Il Long Covid ha colpito il 4,4% dei casi di malattia causata dalla variante Omicron, rispetto al 10,8% dei casi Delta.

Tuttavia, il numero assoluto di persone con Long Covid nel Regno Unito è più alto nel periodo Omicron. Ciò è dovuto al gran numero di persone infettate da Omicron da dicembre 2021 a febbraio 2022. L’Office of National Statistics britannico ha stimato che il numero di persone con Long Covid è effettivamente aumentato da 1,3 milioni nel gennaio 2022 a 2 milioni a partire dal 1 maggio 2022.

Claire Steves del King’s College di Londra, autrice principale dello studio ha dichiarato:

La variante Omicron sembra sostanzialmente meno probabile che causi Long-Covid rispetto alle varianti precedenti, ma ancora 1 persona su 23 che contrae il Covid-19 continua ad avere sintomi per più di quattro settimane Visto il numero di persone colpite, è importante continuare a sostenerle sul lavoro, a casa e all’interno della sanità pubblica”.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.