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colesterolo placca

Ipercolesterolemia, un rischio ancora sottovalutato

Solo 4 italiani su 10 conoscono la differenza tra colesterolo HDL ed LDL e quasi 1 su 3 ritiene che l’ipercolesterolemia rappresenti un rischio solo per chi ha già altri problemi cardiaci. Sono alcuni dei dati più significativi emersi da un’indagine condotta da SWG per Sanofi su un campione di oltre 1.200 cittadini italiani con età compresa tra i 45 e i 74 anni.

L’indagine è stata presentata a Milano in occasione dell’incontro “La prevenzione che sta a cuore. Malattie cardiovascolari e colesterolo nei pazienti ad alto rischio: agire prima, in modo intensivo e efficace, per ridurre la mortalità”.

I risultati dell’indagine mostrano una consapevolezza diffusa dell’importanza della prevenzione cardiovascolare. Infatti il 92% degli intervistati dichiara che i problemi i problemi cardiocircolatori possono essere prevenuti. Tuttavia, come dimostrano le risposte alle domande sul colesterolo, le idee non sono ancora chiare e di conseguenza c’è ancora molto da fare per arrivare a comportamenti in grado di incidere sulla diffusione delle malattie cardiovascolari, che rimangono, anche nel nostro paese, la prima causa di morte sia per gli uomini che per le donne.

Pazienti ad alto rischio e prevenzione secondaria

Per quanto riguarda la prevenzione, uno degli obiettivi primari sono i pazienti ad alto rischio cardiovascolare, come ribadisce Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC) :

Il tema della prevenzione è di grande importanza per tutti, ma diventa cruciale quando si parla di pazienti ad alto rischio cardiovascolare: chi è stato colpito da un evento cardiovascolare, infatti, corre un rischio elevato di andare incontro ad un nuovo infarto o ictus negli anni successivi. Eventi che potrebbero essere sensibilmente ridotti – come ricordano le recenti linee guida della Società Europea di Cardiologia – se venissero sempre più implementate le strategie di prevenzione secondaria.”

Indolfi ha ricordato come il colesterolo LDL non sia un fattore di rischio, ma una delle più comuni cause di eventi cardiovascolari, attraverso la formazione della placca aterosclerotica. L’abbassamento del colesterolo LDL va quindi considerato uno degli obiettivi principali per limitare eventi cardiovascolari come l’infarto miocardico e contrastare la mortalità. Aggiunge Indolfi:

Proprio nella direzione di un trattamento precoce e rapido va l’abbassamento delle soglie di colesterolo LDL per l’accesso ai nuovi farmaci anti-colesterolo PCSK9, recentemente pubblicate in Gazzetta Ufficiale da AIFA. Le linee guida della Società Europea di Cardiologia suggeriscono in prevenzione secondaria livelli di colesterolo LDL inferiori a 55 mg/dl e, in alcuni pazienti particolarmente a rischio, livelli di LDL-C ancora più bassi e inferiori a 40 mg/dl. Questi obiettivi così ambiziosi possono essere oggi raggiunti grazie agli inibitori della proteina PCSK9, capaci di ridurre del 60% il livello di colesterolo LDL, dimostrando un chiaro beneficio clinico nei pazienti con elevato rischio cardiovascolare”.

La gestione dei pazienti dopo un evento cardiovascolare

La gestione di un paziente dimesso dall’ospedale dopo un infarto o un ictus, per una prevenzione secondaria efficace, richiede la collaborazione tra diversi attori: lo specialista, il medico di famiglia e i caregiver spesso rappresentati dai familiari. Lo conferma Giuseppe Di Tano, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO):

per una corretta e appropriata presa in carico e gestione dei pazienti con malattia cardiovascolare nota, ad elevato rischio di eventi, occorre mettere in campo diverse azioni, anche attraverso una più efficace sinergia tra cure primarie, ospedale e territorio. Il controllo dei fattori di rischio attraverso un intervento farmacologico incisivo e precoce, il monitoraggio costante delle condizioni cliniche, la sensibilizzazione del paziente, del suo ambito familiare-sociale e del caregiver sull’importanza dell’aderenza alla terapia e alle norme di stile di vita consigliate, sono elementi fondamentali in grado di contrastare il rischio di andare incontro a un nuovo episodio cardiovascolare.”

Di Tano riscorda anche che, come nella prevenzione primaria, anche in quella secondaria è fondamentale promuovere l’engagement del paziente nel percorso di cura e conclude:

la mancata o inappropriata gestione dell’ipercolesterolemia porta, infatti, ad un peggioramento dello stato di salute e all’esposizione per il paziente ad un rischio di eventi elevato, con ripercussioni negative non solo sulla salute ma anche sul SSN.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.