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Melanoma e dermatiti, i progressi nella diagnosi e nella terapia

Estate, tempo di vacanze. E come ogni anno si rinnova per molte persone il rito dell’abbronzatura, spesso senza una protezione adeguata e con una radiazione solare molto più aggressiva rispetto ad alcuni decenni fa. È anche per questo che da alcuni anni ormai si registra una sempre più ampia diffusione delle neoplasie della pelle, come il melanoma, la cui incidenza è raddoppiata negli ultimi 10 anni, o del carcinoma basocellulare, attualmente il tumore della pelle in assoluto più frequente, la cui incidenza aumenta dell’1-3% ogni anno. Ma preoccupano anche il carcinoma squamocellulare e la cheratosi attinica, anch’esse in forte espansione, come sottolineato al recente 96esimo Congresso della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST).

Nuove tecniche diagnostiche e terapie sempre più mirate

Fortunatamente la tecnologia diagnostica e le terapie non sono rimaste indietro. Nel primo ambito, si sottolinea il sempre più ampio utilizzo da parte degli specialisti di tecniche come la dermatoscopia, la microscopia confocale e la dermatopatologia.

La dermatoscopia consente di valutare la pigmentazione, il colore e la struttura delle lesioni cutanee, e rappresenta quindi uno strumento indispensabile per il corretto inquadramento diagnostico di melanoma, nei benigni, carcinoma basocellulare pigmentato ed emangiomi. Oltre alla dermatoscopia, si è affermata negli ultimi anni anche la microscopia laser confocale, una tecnica non invasiva da utilizzare sulla cute del paziente o anche ex vivo, su campioni dermatologici asportati, consentendo una sorta di analisi istologica immediata. Nei casi cui la diagnosi si fa difficile, si ricorre infine alla dermatopatologia, o istopatologia dermatologica. I progressi diagnostici insieme a quelli terapeutici, sono risultati evidenti soprattutto sul fronte della lotta al melanoma.

Franco Rongioletti, professore ordinario di Dermatologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, direttore dell’Unità di Dermatologia clinica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e presidente del Congresso SIDeMaST, riassume:

Se, da un lato, una diagnostica più precoce consente di scoprire il melanoma già dal primo stadio – quello in cui lo spessore delle neoplasie è sottile e più facilmente curabile – dall’altro, le terapie d’avanguardia tendono a sostituire la chirurgia: con uno spessore calcolato al microscopio sotto 0,8 mm la sopravvivenza a 5 anni arriva al 97%.”

“In questo ambito – aggiunge Rongioletti – il dermatologo si pone come lo specialista di elezione per arrivare alla diagnosi più precoce possibile del melanoma e salvare vite. Un altro punto fondamentale nell’ambito dell’oncologia dermatologica è la terapia. Sebbene la chirurgia rimanga il trattamento standard per il melanoma ed il carcinoma allo stadio iniziale, i ricercatori si stanno ora concentrando sullo sviluppo di trattamenti che mirano direttamente a specifiche mutazioni nelle cellule del melanoma o che sfruttano il sistema immunitario del corpo per attaccare il tumore. Entrambi questi approcci, terapie mirate e immunoterapie, hanno portato a notevoli miglioramenti nella sopravvivenza dei pazienti con melanoma avanzato nell’ultimo decennio”.

Dermatite atopica, nuove possibilità terapeutiche con i farmaci biologici

Cambio di passo anche nella gestione delle affezioni cutanee meno gravi ma che hanno comunque un impatto significativo sulla qualità di vita delle persone affette così come sulle casse del sistema sanitario nazionale. Un caso esemplare è quello delle dermatite atopica, che colpisce, secondo le stime, circa il 7% della popolazione europea, con circa il 45% casi che non viene diagnosticato. Inoltre, è ben nota la sua frequente associazione all’asma allergica. Fortunatamente, sono stati fatti alcuni importanti progressi nel trattamento.

Ketty Peris, professore ordinario di Dermatologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, direttrice dell’UOC di Dermatologia presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, nonché presidente SIDeMaST, sottolinea:

Nell’armamentario terapeutico dei dermatologi, oltre alle classiche terapie topiche a base di corticosteroidi e a quelle sistemiche con farmaci tradizionali come la ciclosporina, ci sono oggi nuove armi che vedono protagonisti i farmaci biologici. Le terapie più moderne sono quelle che intervengono in modo mirato sulla produzione e sull’attività di alcune citochine come l’interleuchina 4 e/o la 13 o farmaci che bloccano l’attività delle Janus chinasi. Grazie a questi farmaci si riesce al momento a tenere sotto controllo la malattia con notevole efficacia e buona tolleranza”.

 

Pierpaolo Benini
Pierpaolo Benini

Giornalista - Webmaster - Fotografo