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Patologie oculari, da ripensare i modelli di cura

Glaucoma, retinopatia diabetica, maculopatia. Le tre principali patologie oculari riguardano nel nostro Paese circa sei milioni di persone, con un impatto economico stimato dall’Organizzazione mondiale della Sanità in 6,5 miliardi di euro tra costi sanitari diretti e indiretti (dati del 2006). Si tratta di numeri esorbitanti, che necessiterebbero di nuovi modelli organizzativi dell’assistenza sanitaria e una più efficace opera di prevenzione, anche tenendo conto del progressivo invecchiamento della popolazione.

L’oftalmologia non è compresa nelle destinazioni dei fondi del PNRR

Ma per avviare questo processo virtuoso di ripensamento dei percorsi di cura sarebbe necessario accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), cosa che per il momento non è prevista, come sottolineato recentemente dell’Alleanza per l’Equità di Accesso alle Cure per le Malattie Oculari, promossa nel 2020 dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief. Teresa Petrangolini, portavoce dell’Alleanza, di cui fanno parte sette organizzazioni civiche, con il supporto dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia Onlus, ha detto:

Il PNRR non prende in considerazione l’oftalmologia e questo farà venir meno tutti i presupposti fondamentali per quell’ampio ridisegno organizzativo, basato sulla digitalizzazione e sul largo impiego della telemedicina. Si tratta di strumenti fondamentali per il superamento delle molte inefficienze e delle troppe disomogeneità assistenziali sul territorio che compromettono gravemente il livello delle risposte sanitarie per le malattie oculari: dalla prevenzione alla diagnostica alle terapie”.

I limiti della oftalmologia territoriale allungano i tempi delle diagnosi

A questa forte disomogeneità tra le diverse regioni d’Italia si è aggiunta poi la pandemia, che ha reso ancora più problematico l’accesso agli esami diagnostici. Edoardo Midena, Segretario Generale della Società Italiana della Retina, ha commentato:

Purtroppo manca ancora una oftalmologia territoriale “forte” e tecnologicamente ben attrezzata, basata anche su centri di differenziata gestione territoriale, che consenta ai pazienti di evitare, insieme al triste fenomeno del turismo sanitario, liste d’attesa bibliche e la triste esperienza di essere spesso rimbalzati tra diversi specialisti, con la conseguenza di un allungamento dei tempi prima di poter accedere ad una efficace scelta terapeutica e bloccare l’evoluzione delle patologie”.

La campagna itinerante Vista in Salute

Pur tra le difficoltà, bisogna segnalare che alcuni progetti di prevenzione hanno dato i primi frutti. Grazie a un finanziamento triennale della legge di Bilancio 2019 e con il patrocinio del Ministero della Salute, è tutt’ora in corso la campagna itinerante Vista in Salute, che svolge un’attività di screening con strumenti diagnostici altamente tecnologici. Mario Barbuto, presidente di IAPB Italia Onlus, ha dichiarato:

A oggi il progetto Vista in Salute ha toccato 13 regioni italiane in 35 città realizzando 5400 screening: i dati complessivi saranno presto disponibili. Ma un primo elemento fa riflettere: nella sola popolazione di Lombardia, Abruzzo e Campania che si è sottoposta agli esami diagnostici presso la nostra struttura mobile – mirati principalmente alla ricerca del glaucoma, della retinopatia diabetica e delle maculopatie – sono stati rilevati segni di malattia in atto o sospetta o, ancora, di premonizione di malattia nel 40% circa delle persone. Una percentuale elevata e preoccupante, questa che, anche se parziale e preliminare, ci fa comprendere quanto diffuse siano le minacce che gravano sulla vista degli italiani e delle quali non abbiamo troppo spesso consapevolezza”.

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico