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Carenze di ferro, con il film orosolubile l’integrazione è più facile

Carenze di ferro sono riscontrabili in una quota consistente della popolazione e in particolare nelle donne, negli anziani e negli sportivi. Si tratta di un problema generale legato anche allo stile di vita, alimentazione compresa, che caratterizza la nostra epoca, tanto che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo sono oltre 700 milioni le persone che hanno una carenza di ferro e circa 2 miliardi quelle affette da anemia sideropenica.

Se ne è parlato in un incontro a Milano, organizzato da IBSA Farmaceutici, che ha presentato una nuova formulazione di ferro in film orodispersibile. In pratica, si può assumere l’integratore con un foglietto flessibile e ultrasottile della dimensione di un francobollo che si scioglie in bocca, non richiede acqua, ed è di gusto gradevole. In questo modo si possono superare le difficoltà pratiche che spesso ostacolano l’assunzione regolare di un integratore.

All’incontro ha partecipato anche Valentina Vezzali, campionessa olimpica e mondiale di scherma, madre di due figli, che ha portato la sua esperienza sull’integrazione di ferro nell’attività di sportiva professionista, ai massimi livelli, e in gravidanza.

Il ferro negli alimenti viene assorbito solo in piccole quantità

Fra le cause delle diffusa carenza di ferro Giorgio Donegani, esperto in nutrizione e tecnologo alimentare, ha citato:

in primo luogo, il nostro organismo è in grado di assorbire soltanto una piccola parte del ferro introdotto attraverso l’alimentazione; in secondo luogo, l’assorbimento dipende anche dalla tipologia di cibi che viene assunta, con importanti differenze tra il ferro contenuto in alimenti di origine animale rispetto a quelli di origine vegetale.

Questo vuol dire che anche consumando alimenti ricchi di ferro non si ha la garanzia di assumerne la quantità necessaria.

Donne più esposte al rischio di anemia sideropenica

Le donne, in particolare, per le perdite di sangue causate dal ciclo mestruale e per il maggiore fabbisogno di ferro durante la gravidanza sono più esposte al rischio di anemia sideropenica, tanto che si stima che questa condizione possa riguardare tra il 25 e il 50% delle donne in età fertile. Irene Cetin, direttore UOC di Ostetricia e Ginecologia all’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi”, Università di Milano, ha ricordato:

Il ferro rappresenta il principale micronutriente di cui una donna in età fertile necessita e per accertarne la condizione di carenza o anemia è necessario indagare parametri precisi, come il valore dell’emoglobina e dei depositi di ferro. È bene sottolineare che bassi livelli di emoglobina e dell’emocromo non comportano necessariamente una forma di anemia, ma possono registrare solo una carenza di questo nutriente.”

“Inoltre – ha aggiunto Cetin – in gravidanza il ferro è fondamentale per la placenta, per la crescita del feto e per la produzione dei globuli rossi da parte del midollo materno. Nelle donne anemiche, la sideropenia si associa a un aumentato rischio di emorragia post-partum.”

Negli anziani carenze di ferro legate a polimorbidità e fattori sociali

Un’altra categoria di persone a rischio di carenza di ferro è quella degli anziani, come ha spiegato Cesare Liberali, Medico di Medicina Generale:

gli anziani sono maggiormente esposti a carenze di diversi micronutrienti, sia per una questione di età, sia perché la maggior parte è poli-patologico e quindi in terapia con diversi farmaci per lunghi periodi. Alcuni dei farmaci più usati, come gli inibitori di pompa protonica e i gastroprotettori, interferiscono con l’assorbimento del ferro.”

“La carenza di ferro – ha aggiunto Liberali – e di altre vitamine e minerali, è dovuta anche alla solitudine in cui spesso si trovano le persone anziane: questo comporta una difficoltà, ad esempio, a fare pasti bilanciati e completi  In ogni caso, quando si riscontra una carenza di ferro e sospettiamo una perdita di questo minerale dobbiamo sempre indagare la causa e iniziare immediatamente con l’integrazione nutrizionale.”

Negli sportivi l’allenamento intenso può ostacolare l’assorbimento del ferro

Michele De Grandi, specialista in Medicina dello Sport ha precisato:

chi si allena in modo molto intenso è più facilmente soggetto a carenza di ferro o anemia per effetto dello stress ossidativo indotto dal forte sforzo fisico. Interviene infatti un ormone, l’epcidina, che aumentando i suoi livelli ostacola l’assorbimento del ferro. Questa condizione va monitorata costantemente perché può rappresentare un problema per la salute dell’atleta e incidere sulla sua performance sportiva. I sintomi legati a questa carenza inducono infatti a un progressivo calo di potenza e resistenza aerobica, oltre che a un recupero più lento.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.