Cefalosporina innovativa contro i batteri Gram-negativi resistenti
Nuovi dati presentati al congresso ECCMID mostrano i vantaggi dell’innovativa cefalosporina siderofora nel trattamento delle infezioni da Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter baumannii nei pazienti con malattia grave e con comorbilità.
I batteri super-resistenti rappresentano attualmente una minaccia per la salute pubblica in tutto il mondo, e le opzioni farmacologiche efficaci scarseggiano. Per questo è da salutare con favore l’annuncio di nuovi, positivi dati clinici e di real-world sull’efficacia sui batteri Gram-negativi, di cefiderocol, cefalosporina siderofora sviluppata dall’azienda farmaceutica giapponese Shionogi & Co.
I risultati ad interim dello studio prospettico internazionale denominato RetrosPective Cefiderocol Chart Review (PROVE) sono stati presentati nel corso del 33° Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (ECCMID), che si è tenuto di recente a Copenhagen.
Cefiderocol efficace contro le infezioni da Pseudomonas aeruginosa e da Acinetobacter baumannii
In un campione di 194 pazienti, di cui 123 negli Stati Uniti e 71 nell’Unione Europea, con infezione da Pseudomonas aeruginosa a carico del sistema circolatorio e delle vie respiratorie, il trattamento con cefiderocol è risultato associato una guarigione clinica nel 65% dei casi, con una sopravvivenza a 30 giorni dall’inizio del trattamento dell’81%. Cefiderocol è stato utilizzato come terapia mirata nel 77% dei pazienti con suscettibilità nota e come monoterapia nel 57% dei pazienti.
Oltre a ciò, lo studio ha considerato 98 pazienti con infezione da Acinetobacter baumannii (71 negli Stati Uniti e 27 nella UE) il 45% dei quali riceveva ventilazione meccanica e il 30% supporto con vasopressore. In questa popolazione con elevata necessità di supporto d’organo, l’assunzione di cefiderocol ha permesso di ottenere la guarigione clinica nel 60% dei casi, con una sopravvivenza a 30 giorni del 76% dei pazienti.
Cefiderocol è stato utilizzato come trattamento empirico per sospette infezioni da batteri Gram-negativi resistenti ai carbapenemi (CR-GNB) o come terapia di salvataggio nel 93% dei pazienti, nonché come monoterapia nel 41% dei pazienti.
Il professor Dominic Wichmann, consulente del dipartimento di Medicina intensiva dell’Università di Amburgo-Eppendorf, in Germania, ha così commentato i nuovi dati:
questi risultati ad interim dello studio clinico PROVE sono basati su un numero crescente di evidenze real-world ottenute in Europa e negli Stati Uniti, che dimostrano l’efficacia di cefiderocol nel trattamento di pazienti con infezioni potenzialmente letali, come quelle da Acinetobacter baumannii e da Pseudomonas aeruginosa, la maggior parte dei quali manifesta una malattia grave e presenta diverse comorbidità: si tratta di agenti patogeni che rientrano nell’elenco delle priorità critiche dell’Organizzazione mondiale della sanità e per i quali sono urgentemente necessari trattamenti efficaci”.
I risultati di studi italianiconfermano l’utilità di cefiderocol
Infine i dati di real world, relativi a una metanalisi di due studi retrospettivi condotti in Italia sull’efficacia di cefiderocol nel trattamento di infezioni gravi da A.baumannii resistenti ai carbapenemi (CRAB) mostrano che i pazienti trattati con cefiderocol erano associati a una probabilità di mortalità più bassa del 46% rispetto a quella osservata nei pazienti trattati con regimi contenenti colistina.
Renato Pascale, specialista in malattie infettive dell’IRRCS Policlinico S. Orsola-Az. Universitaria di Bologna, ha dichiarato:
questi risultati dimostrano come cefiderocol si confermi una risorsa fondamentale per il trattamento delle infezioni da CRAB, infezioni che colpiscono soprattutto pazienti fragili e verso i quali le opzioni terapeutiche sono limitate. Il crescente numero di infezioni da CRAB è riconosciuto a livello globale come un’emergenza di salute pubblica ed è stato ulteriormente aggravato, soprattutto in Italia, dalla recente pandemia da SARS-CoV-2; in questo contesto, i dati ottenuti da questa metanalisi, assumono un’importanza ancora maggiore”.