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Cervello più protetto con una dieta ricca di magnesio

Una dieta ricca di alimenti che contengono magnesio potrebbe avere una funzione protettiva per le funzioni cognitive. Lo conferma un nuovo studio che ha utilizzato dati raccolti con tecniche di imaging cerebrale in un’ampia popolazione di cui si conosceva lo stato di salute e le abitudini alimentari.

 Una ricerca condotta con dati di neuroimaging

Lo studio, da poco pubblicato sull’European Journal of Nutrition è stato condotto su una popolazione di 6.000 persone tra i 40 e i 73 anni, senza problemi cognitivi, selezionata dalla UK Biobank, il grande database in cui 500mila cittadini inglesi rendono disponibili, oltre al profilo genetico, cartelle cliniche e informazioni sullo stile di vita.

I ricercatori del Neuroimaging and Brain Lab dell’Australian National University hanno considerato diversi parametri cerebrali (tra cui volume totale del cervello e lesioni della materia bianca) insieme ai dati sulla pressione arteriosa.

In un periodo di 16 mesi, i partecipanti hanno completato cinque volte un questionario online sulle abitudini alimentari. Le loro risposte sono state utilizzate per calcolare l’assunzione giornaliera di magnesio.

Gli alimenti ricchi di magnesio considerati in questa riecrca includevano verdure a foglia verde, legumi, noci, semi e cereali integrali. A questi vanno aggiunti spinaci, mandorle, anacardi, yogurt, riso integrale e avocado, tutti alimenti con un contenuto di magnesio.

Una maggiore assunzione di magnesio con la dieta è associata a un cervello più sano

I risultati della ricerca mostrano che una maggiore assunzione di magnesio con la dieta è statisticamente associata a un maggior volume cerebrale e minore presenza di lesioni della materia bianca. In pratica le persone che avevano un alto introito giornaliero di magnesio (550 mg/giorno) all’età di 55 anni avevano un cervello di circa 1 anno più giovane di rispetto alle persone con un normale apporto di magnesio (circa 360 mg/giorno).

Il possibile effetto protettivo del magnesio sulle funzioni cognitive era già emerso in ricerche precedenti, che hanno individuato un legame tra carenze di questo micronutriente e maggiore incidenza di demenze. Si trattava però di studi che consideravano solo soggetti con più di sessant’anni di età.

In questa ricerca oltre a includere anche i soggetti di mezz’età si sono valutati anche i valori pressori ed è stata condotta un’analisi stratificata anche per il sesso. L’effetto positivo del magnesio sembra più marcato per le donne nelle donne in postmenopausa rispetto a quelle in premenopausa.

Non sono state trovate associazioni significative tra valori pressori e assunzione di magnesio con la dieta.

Le associazioni tra misure di magnesio e pressione sanguigna erano “per lo più non significative”, affermano i ricercatori, e l’effetto neuroprotettivo di una maggiore assunzione di magnesio nella traiettoria ad alta decrescita era maggiore.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.