Skip to content
occhio covid

Covid-19, rischio maggiore di forme gravi con la degenerazione maculare senile

Chi soffre di degenerazione maculare senile (age-related macular degeneration, AMD) se contrae il Covid-19 ha un rischio aumentato di malattia grave e la spiegazione sarebbe in una predisposizione genetica comune alle due malattie. Lo sostengono gli autori di una nuova ricerca che ha analizzato i fattori di rischio genetico comuni a AMD e Covid-19.

La maculopatia legata all’età, spiegano i ricercatori dell’Università di Boston (Chobanian & Avedisian School of Medicine) in un paziente con Covid-19 aumenta del 25% il rischio di insufficienza respiratoria e morte. Un aumento del rischio superiore a quello determinato da diabete di tipo 2 (21%) e obesità (13%).

Il team di ricerca della Boston University ha condotto uno studio su tutto il genoma delle varianti che sono congiuntamente associate all’AMD e a ciascuno dei tre esiti di COVID-19 (infezione, malattia critica e ricovero) utilizzando grandi set di dati genetici che contenevano decine di migliaia di individui.

I ricercatori americani hanno osservato una significativa correlazione genetica tra AMD e infezione da Covid-19 e identificato una nuova associazione delle due malattie con varianti nel gene PDGFB. Questo gene codifica per un fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGF), che ha un ruolo nella formazione di nuovi vasi sanguigni ed è coinvolto nei cambiamenti anomali dei vasi che si verificano nella AMD.

Il risultati delle analisi, pubblicate sul Journal of Clinical Medicine, mostrano che gli esiti più gravi di Covid-19 sono associati all’AMD probabilmente a causa dalla predisposizione genetica alla disfunzione delle proteine del complemento, nonché a un livello più elevato di PDGF nel siero ematico.

Lindsay A. Farrer, genetista biomedica, prima firma dello studio ha detto

la nostra analisi dà credito a studi clinici precedentemente riportati che hanno rilevato che le persone con AMD hanno un rischio più elevato di infezione da COVID-19 e malattia grave e che questo aumento del rischio può avere una base genetica.”

Secondo gli autori dello studio questi risultati suggeriscono che l’abbassamento dell’attività del gene PDGFB e della concentrazione sierica di PDGF può ridurre la gravità del COVID-19, in particolare tra le persone anziane. Manju L. Subramanian, professore associato di oftalmologia, spiega:

Le strategie terapeutiche che combinano la terapia anti-VEGF con antagonisti per bloccare la segnalazione del PDGF sono da considerare più efficaci del solo trattamento anti-VEGF  e sono attualmente oggetto di studi clinici.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.