Dieta e rischio di diabete, nuovi dati sul consumo di carne rossa
Le raccomandazioni su dieta e stile di vita finalizzate alla prevenzione cardiovascolare e delle più diffuse patologie croniche, come il diabete, hanno origine da studi osservazionali che coinvolgono un alto numero di partecipanti seguiti per un lungo arco di tempo.
Questo è il caso di un nuovo studio da poco pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition e condotto su tre coorti di individui, partecipanti al Nurses’ Health Study, al Nurses’ Health Study II o allo Health Professionals Follow-up Study. Lo studio riguarda il rapporto fra consumo di carne rossa e incidenza di diabete di tipo 2. Questi nuovi dati confermano quanto emerso da precedenti ricerche e cioè che un eccessivo consumo di carne rossa potrebbe favorire l’insorgenza di diabete di tipo 2.
Il consumo di carne rossa è associato a un aumento del rischio di diabete
L’analisi si basa su circa 217.000 soggetti, seguiti per circa 30 anni. I partecipanti hanno risposto a questionari sulle abitudini alimentari – ogni due/quattro anni- e hanno fornito informazioni sull’insorgenza di malattie e altri aspetti legati alla salute, ogni due anni.
In tutti i tre gruppi, sia analizzati separatamente che congiuntamente, è stato rilevato il legame tra consumo di carne rossa e aumento del rischio di diabete: pari al 40% per le carni non processate e al 51% per quelle processate. Una porzione aggiuntiva al giorno di carne rossa processata è risultata associata a un rischio di diabete 1,46 volte maggiore; nel caso della carne non lavorata lo stesso era 1,24 volte maggiore e, per quanto riguarda il rischio associato al consumo combinato, questo era di 1,28 volte maggiore.
Va precisato che coloro che consumavano più carne rossa avevano mediamente indice di massa corporea (BMI) più elevato, un apporto energetico totale più elevato ed erano più probabilmente fumatori. Erano, inoltre, più sedentari e con inferiori probabilità di assumere multivitaminici.
I ricercatori ipotizzano che la relazione tra consumo di carne rossa e diabete possa essere mediata dal BMI.
Tra i possibili fattori biologici che potrebbero avere un ruolo nell’associazione rilevata, possono essere considerati l’alto livello di grassi saturi o il basso livello di grassi polinsaturi, ferro eme, o la quantità di nitrati presenti nelle carni processate.
Il possibile ruolo protettivo di legumi e la frutta secca
Lo studio ha fornito indicazioni utili anche sulle possibili alternative al consumo di carne, risulta infatti che sostituendo una porzione di carne rossa processata, carne rossa non processata, o una combinazione delle due con una porzione di frutta secca o di legumi, il rischio di sviluppare il diabete si riduce rispettivamente del 30%, 41% e 29%. Un rischio ridotto è associato anche alla sostituzione della carne rossa con una porzione di latticini.
«Questo risultato» chiariscono i ricercatori «è coerente con le evidenze per cui le fonti di grassi insaturi e di antiossidanti producono effetti favorevoli su controllo glicemico, risposta insulinica e infiammazione. Più in generale, il nostro studio supporta le attuali raccomandazioni alimentari che indicano di limitare il consumo di carni rosse, e mette in luce l’importanza di fonti proteiche alternative per la prevenzione del diabete di tipo 2».