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Pompiere

Dieta sana, i vantaggi di un intervento nutrizionale sul posto di lavoro

Con interventi mirati, in luoghi circoscritti, è possibile migliorare le abitudini alimentari di specifici gruppi di lavoratori, per ridurre i fattori di rischio cardiometabolico? Negli USA ci hanno provato con la dieta mediterranea e i vigili del fuoco.

I pompieri non sono stati scelti a caso. Si tratta infatti di una categoria di lavoratori con un rischio più alto della media di malattie cardiometaboliche e di tumore. Ricerche precedenti hanno rivelato che i vigili del fuoco statunitensi hanno spesso ambienti inadeguati per le mense comuni e turni di lavoro che comportano scarsa attività fisica e cattive abitudini alimentari.

Un intervento per modificare le abitudini alimentari dei vigili del fuoco

Lo studio è stato progettato per verificare se un intervento nutrizionale mirato potesse migliorare l’adesione ai principi di una dieta sana (identificata con la dieta mediterranea) e migliorare i parametri cardiometabolici dei partecipanti. A questo scopo sono state selezionate 2 stazioni dei pompieri nello stato dell’Indiana con 485 vigili del fuoco di carriera.

Le stazioni sono state divise random fra il gruppo di controllo e quello dell’intervento nutrizionale, che comprendeva sconti nei supermercati e campioni gratuiti di alimenti della dieta mediterranea, piattaforme online di educazione alimentare, annunci e promemoria via e-mail, educazione e sostegno alla famiglia e dimostrazioni di cucina mediterranea. I vigili del fuoco delle stazioni assegnate al gruppo di controllo, invece, non hanno ricevuto alcun intervento di educazione alimentare e sono stati invitati a seguire la loro dieta abituale.

Al termine dello studio della durata di un anno pubblicato il 17 agosto su Jama Network Open il cambiamento nelle abitudini alimentari è stato misurato con un punteggio di dieta mediterranea (MDS) modificato al basale e al follow-up a 6 e 12 mesi. I parametri cardiometabolici erano esiti secondari.

Dei 485 vigili del fuoco inclusi, 458 (94,4%) erano uomini e l’età media (SD) era di 47 (7,5) anni. Un totale di 241 vigili del fuoco (27 stazioni dei vigili del fuoco) sono stati randomizzati all’intervento sulla nutrizione mediterranea e 244 (25 stazioni dei vigili del fuoco) hanno continuato la dieta abituale. I risultati sono stati analizzati utilizzando modelli statistici lineari aggiustati per fattori confondenti.

Nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo, il punteggio della dieta mediterranea modificata è aumentato significativamente di 2,01 punti (IC al 95%, 0,62-3,40; P = ,005) a 6 mesi e di 2,67 punti (IC al 95%, 1,14-4,20; P = .001) a 12 mesi. Lo studio ha consentito anche di rilevare alcuni cambiamenti specifici, come per un aumento dell’uso dell’olio di oliva in cucina, un maggior consumo di pesce e di noci e una diminuzione del consumo di cibi fast food e bevande alcoliche. Tra gli esiti secondari, i cambiamenti nei fattori di rischio cardiometabolico non erano statisticamente significativi a 1 anno.

In conclusione, lo studio ha dimostrato la possibilità di ottenere un cambiamento nelle abitudini alimentari di un gruppo di lavoratori, con alti tassi di malattie associabili a una dieta poco sana, anche se nell’arco di un anno non si sono riscontrati cambiamenti significativi nei parametri cardiometabolici.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.