
Guerra e salute. Rischio epidemie e disuguaglianze in aumento
I conflitti in atto in diverse aree nel mondo stanno causando la ripresa di focolai epidemici di poliomielite, colera, epatite. Il peso della guerre sulla salute globale va molto al di là delle vittime e dei danni causati dai combattimenti. Se ne è parlato nel corso del 56° Congresso Nazionale della Società italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), da poco concluso a Roma, che ha dedicato una sessione plenaria al tema: “Economia di guerra e impatto sulla sanità pubblica.”
Donato Greco, dell’Istituto Superiore di Sanità e Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, si è soffermato su alcuni degli effetti sulla salute globale dei conflitti in atto:
Le guerre sono spesso legate alla lotta per il controllo delle risorse naturali e colpiscono comunità che si trovano già in situazioni di sofferenza a causa dei cambiamenti climatici. Le conseguenze, come le carenze alimentari, l’insicurezza, lo spostamento delle popolazioni e la perdita di biodiversità, creano le condizioni ideali per la comparsa e la diffusione di nuovi microrganismi.
In aumento, anche nel nostro paese, le disuguaglianze sanitarie
Emergenze come le guerre e la pandemia fanno crescere anche le disuguaglianze sanitarie, ossia la diversa possibilità di accesso alle cure, altro tema affrontato al Congresso SItI, che è d’attualità anche in Italia:
un cittadino che nasce nella provincia autonoma di Trento ha una aspettativa di vita superiore di tre anni a quella di un cittadino del Sud
Ricorda Michele Conversano, Direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della ASL di Taranto, che indica alcune strade possibili per contrastare le disuguaglianze:
Infine, Filippo Ansaldi, direttore generale dell’Azienda Ligure Sanitaria, nel suo intervento “Per ottimizzare le risorse e superare le emergenze“, ha enfatizzato l’importanza della pianificazione, preparazione e implementazione di misure di prevenzione e controllo, la gestione delle risorse umane e materiali, la comunicazione efficace con il pubblico e altri stakeholder, e la valutazione costante dell’efficacia delle misure adottate.
Una strategia che richiede un approccio interdisciplinare e intersettoriale, oltre che la collaborazione con le autorità sanitarie e governative.