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Il microbiota intestinale nella gestione dello scompenso cardiaco

La composizione del microbiota intestinale ha un ruolo nella fisiopatologia dello scompenso cardiaco e influisce sulla risposta dell’organismo alle terapie. L’interazione tra microbiota, dieta e farmaci potrebbe essere quindi un nuovo campo di ricerca per una gestione personalizzata dell’insufficienza cardiaca.

Questo è il tema di una review pubblicata ad aprile sul Journal of American College of Cardiology (JACC). Il primo autore dellarticolo Petra Mamic della Divisione di Medicina Cardiovascolare alla Stanford University School of Medicine, Università di Stanford, (USA) spiega:

negli ultimi anni abbiamo acquisito maggiori conoscenze su quanto sia importante il microbiota intestinale in relazione all’intero organismo umano e anche se il sistema cardiovascolare e il cuore possono sembrare piuttosto distanti dall’intestino, sappiamo che il microbiota intestinale interagisce con il sistema cardiovascolare e quindi con la fisiologia dell’insufficienza cardiaca.”

Cuore e microbiota entrano in rapporto attraverso metaboliti prodotti nell’intestino

Il microbiota intestinale entra in un rapporto diretto con i cuore e i vasi sanguigni attraverso alcuni metaboliti, come acidi grassi a catena corta, endotossine e amminoacidi. La produzione di queste sostanze nell’intestino è modulata da vari fattori, che sono determinanti per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, come dieta, attività fisica, fumo, caratteristiche genetiche, uso di farmaci.

Fonte: Mamic P,  et al. J Am Coll Cardiol. 2023 May, 81 (17) 1729–1739, mod.

Mamic ha sottolineato che i pazienti con insufficienza cardiaca hanno un microbiota meno equilibrato di quello degli individui sani e ha aggiunto:

non è facile capire se sono i cambiamenti del microbiota a causare l’insufficienza cardiaca o se lo stato del microbiota è una conseguenza dell’insufficienza cardiaca e di tutti i farmaci e le comorbilità associati alla patologia”.

Le possibili applicazioni cliniche dell’analisi del microbiota nell’insufficienza cardiaca

Nell’articolo pubblicato da JACC si indicano anche diverse possibilità di applicazione clinica del rapporto tra microbiota intestinale e insufficienza cardiaca.

Innanzitutto, l’analisi del microbiota potrebbe fornire biomarkers utili per la diagnosi di scompenso cardiaco, per l’individuazione dei soggetti più a rischio di sviluppare la patologia e per la valutazione di efficacia dei farmaci.

Inoltre, le conoscenze sul microbiota e gli interventi dietetici (supplementazioni comprese) potrebbero contribuire a terapie sempre più mirate per lo scompenso, allo sviluppo di nuovi farmaci o di strategie complementari ai farmaci nel controllo dell’insufficienza cardiaca. Infine, ricerche più approfondite potrebbero portare alla messa a punto di interventi dietetici specifici per lo scompenso cardiaco, basati essenzialmente sull’utilizzo di probiotici, fibre e cibi fermentati.

Fonte: Mamic P,  et al. J Am Coll Cardiol. 2023 May, 81 (17) 1729–1739, mod.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.