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Inappropriatezza prescrittiva più frequente nella popolazione anziana

L’inappropriatezza terapeutica e prescrittiva è un tema centrale che tocca sia la qualità sia i costi dell’assistenza sanitaria. Prescrivere un farmaco in modo inappropriato, infatti, può mettere a rischio la salute del paziente e genera un costo non produttivo.

Una ricerca di ampie dimensioni, condotta negli Stati Uniti, evidenzia dati significativi che possono trovare riscontro anche nel nostro sistema sanitario, in particolare un campanello d’allarme riguarda i rischi di prescrizioni farmacologiche inappropriate nella popolazione anziana.

Anziani più esposti agli eventi avversi dei farmaci inappropriati

Lo studio, pubblicato su Annals of Internal Medicine, ha considerato le prescrizioni effettuate da alcune migliaia di medici delle cure primarie e infermieri appartenenti a 29 stati degli Usa, in un periodo di sette anni a partire dall’anno 2013. La qualità delle prescrizioni è stata definita in base ai criteri Beers dell’American Geriatrics Society per gli ultrasessantacinquenni.

Il 2% delle prescrizioni farmacologiche erogate alla popolazione anziana è risultato inappropriato. Johnny Huynh, economista presso la UCLA e autore dello studio ha commentato:

gli anziani sono particolarmente vulnerabili agli eventi avversi dei farmaci inappropriati, sia per le comorbidità che per gli aspetti fisiologici legati all’età. Dato il volume delle prescrizioni in questa popolazione, anche una piccola percentuale di inappropriatezza si può tradurre in un impatto rilevante sul verificarsi di eventi avversi collegati a i farmaci, e sulla spesa.”

Le donne, in particolare, risultano a maggior rischio di comorbidità, e quindi di politerapia, sono più suscettibili a riportare effetti indesiderati e fanno registrare un grado di prescrizioni inappropriate rispetto superiore agli uomini.

Le categorie di farmaci più a rischio di inappropriatezza

Dieci categorie di farmaci pesano per il 99,5% delle prescrizioni potenzialmente inappropriate, tra questi: antidepressivi, miorilassanti, ipnotici, antistaminici di prima generazione antispastici, sulfaniluree, barbiturici, antineoplastici, farmaci per la tiroide e FANS.

Le categorie più frequentemente prescritte in modo inappropriato sono gli antidepressivi, i miorilassanti e gli ipnotici. Antidepressivi e ipnotici sono associati con un aumento del rischio di cadute e fratture tra i soggetti anziani, mentre i miorilassanti hanno mostrato di aumentare il rischio di ricovero in questa popolazione.

Da altre ricerche è noto che i medici classificabili come “forti prescrittori” sono più facilmente inclini a prescrivere farmaci come oppiacei e benzodiazepine, che possono essere dannosi per i più anziani.

Il rischio delle prescrizioni “a cascata”

La ricerca ha evidenziato che i tassi di prescrizioni potenzialmente inappropriate erano del tutto sovrapponibili, tra medici e infermieri.

Gli autori dello studio sottolineano come i prescrittori dovrebbero prestare particolare attenzione alle prescrizioni “a cascata”; un effetto che si verifica quando, dopo la prescrizione di un farmaco, si verifica un evento avverso che viene erroneamente interpretato come una nuova condizione medica, per il trattamento della quale viene prescritto un ulteriore farmaco.

Per ridurre questo effetto è importante documentare quando un farmaco è stato iniziato e perché, e da chi è stato prescritto, in modo che questa informazione sia disponibile per stabilire  come proseguire la terapia.

Redazione

articolo a cura della redazione