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Donna diagnosi

L’importanza della formulazione nella supplementazione di ferro

La biodisponibilità e la tollerabilità di questo oligoelemento essenziale sono fondamentali per la corretta integrazione dell’assunzione. Una nuova formulazione di Ferro Supremo® si è dimostrata efficace

In diversi processi biochimici e metabolici del nostro organismo, il ferro entra come componente fondamentale. La maggior parte di questo oligoelemento si trova negli eritrociti, legato all’emoglobina [1]; la quota restante si trova invece nel fegato sotto forma di ferritina (10-20% circa), legata alla mioglobina muscolare (4% circa) e infine in diversi enzimi, in particolare quelli coinvolti nel metabolismo ossidativo [2]. In termini di peso, si tratta di 3,5-4 grammi nelle donne e 4-5 g negli uomini, che vengono persi quotidianamente nella misura di 1-2 mg per effetto della fisiologica esfoliazione delle superfici epiteliali e del sanguinamento, e vengono riassorbiti attraverso l’intestino assimilando il ferro contenuto nei cibi [1].

Il fabbisogno di ferro

Considerando i valori previsti di assorbimento del ferro del 16% per gli uomini e del 18% per le donne, il fabbisogno stimato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) è di 6 mg/die per gli uomini e le donne in postmenopausa, mentre raggiunge i 16 mg/die per le donne in premenopausa e per i bambini [3].

Per stabilire i criteri della corretta assunzione del ferro con la dieta, è fondamentale la distinzione tra la forma eme e la forma non eme. La prima è fondamentalmente quella presente nell’emoglobina e nella mioglobina, ed è quindi abbondante nella carne e nel pesce. Grazie alla presenza di trasportatori sulla superficie dei microvilli intestinali, viene ben assorbito dagli enterociti per azione delle proteasi gastriche e intestinali. La forma non eme è invece principalmente contenuta nei cibi di origine vegetale. Il suo assorbimento, oltre a essere decisa- mente più limitato, è anche influenzato da altri componenti alimentari come polifenoli e tannini [4].

Fondamentale è anche l’osservazione che per il ferro, così come per altri oligoelementi essenziali, la curva di rischio ha una caratteristica forma a U. L’organismo risente negativamente sia della sua carenza, associata a diverse anomalie metaboliche, sia del suo eccesso, che risulta tossico per la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) che danneggiano le membrane lipidiche e gli organelli, oltre a favorire la proliferazione di patogeni intestinali. Di conseguenza, l’omeostasi del ferro nell’organismo dipende in modo cruciale da una fine modula- zione dell’assorbimento, del trasporto, dell’immagazzinamento e del metabolismo di questo elemento [5].

La supplementazione e il problema della biodisponibilità

La perdita di sangue, dovuta a mestruazioni, difetti di malassorbimento, nonché la gravidanza e le diete povere di ferro rappresentano le cause principali dell’anemia da carenza di questo oligoelemento essenziale [6].

Per contrastare questo problema di salute pubblica rilevante, è in uso l’assunzione di alimenti fortificati o la supplementazione con ferro [5]. Quest’ultima, in particolare, viene spesso utilizzata in prima linea, in virtù del favorevole rapporto costo/ efficacia [7].

Per quanto riguarda la formulazione, esiste sul mercato un’ampia gamma di integratori diversi: il più utilizzato è il solfato ferroso (FeSO4), di solito alla dose di 200 mg. Altri sali sono il fumarato e il gluconato [7].

In tutte le formulazioni, i sali di ferro sono associati a vitamina C, con lo scopo di diminuire il pH dello stomaco e favorire di conseguenza l’assorbimento del ferro e prevenendo l’ossidazione del ferro ferroso a ferro ferrico. Un problema comune che però si presenta con l’assunzione di sali di ferro è l’elevato rischio di disturbi gastrointestinali, che rappresentano un notevole ostacolo all’aderenza terapeutica e alle prescrizioni e che portano a un’inadeguata aderenza al trattamento, nonché una diminuita biodisponibilità [8].

Considerate tutte queste premesse si può ben comprendere l’importanza di trovare formulazioni diverse, in grado di garantire un buon profilo di biodisponibilità e di tollerabilità degli integratori di ferro. Una delle soluzioni si basa sull’incapsulamento dei sali di ferro, insieme a vitamine e minerali, nei liposomi, vescicole fosfolipidiche di dimensioni variabili tra 0,025 e 1 micron, che tramite il meccanismo di fusione di membrana e fagocitosi consentono di migliorare l’efficienza dell’assorbimento dei nutrienti in essi contenuti [9]. Particolarmente interessante a questo riguardo è il Ferro Supremo® (FS) una formulazione di integratore di ferro in cui questo oligoelemento, associato a vitamina C, rame e vitamina B12 (riboflavina), è appunto veicolato da liposomi. Tutti questi micronutrienti concorrono a migliorare l’assorbimento di ferro, ciascuno con un meccanismo peculiare. La vitamina C, come già accennato, agisce facilitando la riduzione del ferro ferrico allo stato ferroso, più biodisponibile, oltre a proteggere il ferro stesso dall’aumento del pH luminale nel duodeno. Il rame contribuisce al normale trasporto del ferro nell’organismo. La vitamina B12 infine, contribuisce al normale metabolismo del ferro e al mantenimento dei globuli rossi normali. Più nello specifico, la vitamina B12, essendo un agente riducente, è cruciale per la mobilitazione del ferro della ferritina, consentendo quindi il suo utilizzo nei tessuti [10].

Ferro Supremo® vs. solfato ferroso

I possibili vantaggi in termini di biodisponibilità del Ferro Supremo® sono stati valutati in un recente studio in cui sono state utilizzate cellule umane differenziate intestinali Caco-2, una linea cellulare riconosciuta a livello mondiale per simulare la barriera intestinale. Più nello specifico, l’assorbimento intestinale e la sicurezza del FS sono stati messi a confronto con quelli di solfato ferroso [11].

Il primo risultato rilevante emerso dallo studio è che né il Ferro Supremo® né il solfato ferroso sono in grado di compromettere la vitalità delle cellule Caco-2. Le differenze sono invece emerse nel corso dell’analisi quantitativa e qualitativa, condotta mediante spettrometria di assorbimento atomico e determinazioni di fluorescenza. Tali metodiche hanno infatti mostrato che il Ferro Supremo® può avere accesso al citoplasma, dove si accumula, per poi essere trasportato dalle cellule intestinali in modo quattro volte più efficiente del solfato ferroso. I risultati indicano che questa formulazione può essere considerata una scelta valida ed efficiente come integratore alimentare per migliorare la carenza di ferro [11].

Ferro e magnesio
Grazie a una formulazione esclusiva, il Ferro Supremo® si può ora trovare associato al magnesio, un altro macroelemento essenziale per il nostro organismo. Entra infatti nei meccanismi di regolazione della contrazione muscolare, della pressione arteriosa e dei livelli di zuccheri nel sangue. Inoltre, è coinvolto nel metabolismo dei grassi e nella trasmissione dei segnali nervosi. Per adulti e anziani il fabbisogno giornaliero è di 250-350 milligrammi, mentre per donne in gravidanza e allattamento può salire fino a 450 milligrammi [11]. La supplementazione con Ferro Supremo® e magnesio supporta il metabolismo energetico, ed è perciò indicata come supporto alla riduzione della sensazione di stanchezza e affaticamento [10].

Conclusioni

Lo studio della sicurezza e dell’efficacia di formulazioni innovative di ferro rappresenta una questione fondamentale per soddisfare le esigenze di carenza di ferro in diversi target di popolazione, attenuando le criticità dei sali di ferro comunemente utilizzati e migliorandone l’efficacia. I risultati ottenuti sono coerenti con le recenti evidenze di ricerca, che sostengono che l’incapsulamento di vitamine e minerali con i liposomi aiuta a migliorare la biodisponibilità complessiva, fornendo una barriera protettiva intorno al composto che aiuta a proteggere il nutriente dalla degradazione e dall’ossidazione, oltre a preservare il tratto digestivo da potenziali irritazioni da parte del nutriente.

Secondo le conclusioni degli autori, quanto emerso dal confronto suggerisce chiaramente che la nuova formulazione di Ferro Supremo® non altera la barriera intestinale e ha un evidente vantaggio rispetto al solfato ferroso in termini di assorbimento intestinale. Di conseguenza, questa formulazione può essere considerata una scelta valida ed efficace come integratore alimentare per rispondere al fabbisogno di ferro [11].

in collaborazione con Natural Point

Bibliografia

  1. Abbaspour, N.; Hurrell, R.; Kelishadi, R. Review on Iron and Its Importance for Human Health. J. Res. Med. Sci. 2014, 19, 164–174
  2. Zhang, A.S.; Enns, C.A. Iron Homeostasis: Recently Identified Proteins Provide Insight into Novel Control Mechanisms. J. Biol. Chem. 2009, 284, 711–715
  3. Bresson, J.L.; Burlingame, B.; Dean, T.; Fairweather-Tait, S.; Heinonen, M.; Hirsch-Ernst, K.I.; Mangelsdorf, I.; McArdle, H.; Naska, A.; Neuhäuser-Berthold, M.; et al. Scientific Opinion on Dietary Reference Values for Iron. EFSA J. 2015, 13, 4254
  4. Hooda, J.; Shah, A.; Zhang, L. Heme, an Essential Nutrient from Dietary Proteins, Critically Impacts Diverse Physiological and Pathological Processes. Nutrients 2014, 6, 1080–1102
  5. Zhao, X.; Zhang, X.; Xu, T.; Luo, J.; Luo, Y.; An, P. Comparative Effects between Oral Lactoferrin and Ferrous Sulfate Supplementation on Iron-Deficiency Anemia: A Comprehensive Review and Meta-Analysis of Clinical Trials. Nutrients 2022, 14, 543
  6. DeLoughery, T.G. Iron Deficiency Anemia. Med. Clin. N. Am. 2017, 372, 1832–1843
  7. Christides, T.;Wray, D.; McBride, R.; Fairweather, R.; Sharp, P. Iron Bioavailability from Commercially Available Iron Supplements. Eur. J. Nutr. 2015, 54, 1345–1352
  8. Tolkien, Z.; Stecher, L.; Mander, A.P.; Pereira, D.I.A.; Powell, J.J. Ferrous Sulfate Supplementation Causes Significant Gastrointestinal Side-Effects in Adults: A Systematic Review and Meta-Analysis. PLoS ONE 2015, 10, e0117383
  9. MgS Ferro Scheda Informativa
  10. Fanzaga M, Bollati C, Ranaldi G et al. Bioavailability Assessment of an Iron Formulation Using Differentiated Human Intestinal Caco-2 Cells. Foods 2023; 12(16):3016
  11. https://www.epicentro.iss.it/sali/macroelementi
Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico