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intestino irritabile

Malattia di Crohn, l’importanza di una dieta personalizzata

Un incontro al San Raffaele di Milano ha ribadito l’importanza della dieta a esclusione e degli alimenti a fini medici speciali nella gestione delle malattie infiammatorie dell’intestino

Quali alimenti escludere dalla dieta? Quali mantenere? Come trarre piacere dai pasti? Sono queste alcune delle domande che si pongono i soggetti affetti da malattie croniche dell’intestino (MICI) e in particolare dalla malattia di Crohn, che sono attualmente circa 150mila nel nostro Paese. Una nutrizione scorretta ha infatti effetti potenzialmente pesanti sulla salute e sul benessere di tutti questi pazienti, con significative ricadute sulla vita sociale e psico-affettiva.

Il tema è stato affrontato recentemente nel corso dell’evento “Nuove frontiere del trattamento farmacologico delle MICI”, organizzato a Milano dall’Ospedale San Raffaele, in collaborazione con l’associazione dei malati AMICI Onlus, con il supporto non condizionato di Nestlé Health Science. Durante l’incontro, gli esperti hanno incontrato esperti e caregiver per rispondere alle loro domande.

Una dieta equilibrata e adeguata alle esigenze individuali

“La nutrizione – spiega Salvatore Leone, direttore generale di AMICI Onlus- gioca un ruolo importante nella gestione della Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa, poiché queste condizioni possono causare perdita di peso, malnutrizione, diarrea e altri problemi gastrointestinali che possono influire negativamente sulla qualità della vita dei pazienti.” E aggiunge:

per migliorare la nutrizione in queste persone, è importante che seguano una dieta equilibrata e adeguata alle loro esigenze individuali, che possono variare a seconda della gravità della malattia e della risposta al trattamento. Alcuni pazienti possono avere bisogno di ricorrere ad alimenti a fini medici speciali per integrare le carenze. Inoltre, è importante che siano seguiti dal loro medico gastroenterologo e da un dietista o nutrizionista per sviluppare un piano alimentare personalizzato. Purtroppo c’è un divario di accesso alla terapia nutrizionale e questo è un problema comune in molte aree del nostro Paese. In alcune Regioni potrebbe non essere disponibile un dietista specializzato in nutrizione per i pazienti con MICI, oppure i pazienti potrebbero non avere la possibilità economica di permettersi l’acquisto di alimenti medici a fini speciali.

L’efficacia della dieta ad esclusione

La giornata è stata anche l’occasione per ribadire l’efficacia della dieta ad esclusione, evidenziata in numerosi studi clinici.

La dottoressa Ambra Ciliberto, dietista dell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, ha dichiarato:

la dieta ad esclusione, o CDED, è una dieta pensata per i pazienti con morbo di Crohn che si è dimostrata efficace nell’indurre la remissione della malattia in un’elevata percentuale di pazientia. Si tratta di una dieta divisa in fasi e combinata a una nutrizione enterale parziale. A differenza del solo utilizzo della nutrizione enterale parziale, la CDED è una dieta ben tollerata sia dai pazienti adulti che pediatrici, soprattutto perché è gradevole sotto l’aspetto del gusto, permettendo di introdurre nel regime alimentare del cibo ‘vero’ e non solo l’integrazione.”

Il ruolo dei supplementi nutrizionali

Alla dieta a esclusione si può associare, soprattutto nel periodo che precede un intervento chirurgico, l’assunzione di supplementi nutrizionali orali con proprietà antinfiammatorie come Modulen, sviluppato da Nestlé. L’esperienza clinica ha mostrato come questa supplementazione sia in grado di ridurre le complicanze post-operatorie e in alcuni casi rendere superfluo lo stesso intervento.

In proposito il professor Silvio Danese, direttore dell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, ha aggiunto:

nella malattia di Crohn e nelle MICI, il ruolo della nutrizione è fondamentale: riuscire a gestire i deficit nutrizionali è un aspetto chiave per permettere al paziente di affrontare nel miglior modo possibile il percorso farmacologico o chirurgico. Nella fase peri-chirurgica, poi, è importantissimo che il paziente non arrivi sottopeso. Gli eventi avversi nel peri-operatorio infatti sono spesso influenzati da un deficit nutrizionale: lo stato nutrizionale di un paziente che deve affrontare un intervento dev’essere ottimale.”

A supporto dell’aggiornamento di medici e dietisti, Nestlé Health Science ha reso disponibile la piattaforma online Modulifex, mentre i pazienti possono avvalersi di Modulife, una nuova app per smartphone, utile per gestire l’alimentazione al domicilio.

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico